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Per esempio, il genere dei coccodrilli si abitua a convivere pacificamente,
in alcune regioni, con i sacerdoti a seguito delle cure
che questi ultimi riservano loro nutrendoli.
(Aristotele)
Un fenomeno singolare - Wunderkammer - Il coccodrillo come fa? - I vari siti - Il significato
Un fenomeno singolare
Stiamo per parlare di un fenomeno che può sembrare particolare, ma che in realtà proprio tanto eccezionale non è:
si tratta di coccodrilli veri, imbalsamati o impagliati, appesi nelle chiese.
Ovviamente il caso più eclatante, che infatti dà lo spunto al libro di Paolo Bertelli, è quello di
Santuario della Beata Vergine delle Grazie,
(sotto ho messo delle mie foto).
Il fenomeno, come si diceva, è molto diffuso e da qui nasce il libro che oltre a documentare i diversi siti cerca anche di trarre delle conclusioni.
Piuttosto, accanto alla distribuzione geografica, appare interessante notare come vi siano altre costanti: assai spesso, infatti, tali templi sono , come accennato, santuari o chiese mariane, e piuttosto spesso risultano essere stati (o essere tuttora) retti dall'ordine francescano, l'ordine della semplicità e della vicinanza alla natura, ma nel contempo tra tutti più legato all'alchimia (intesa come ideale di crescita spirituale e sorta di pre chimica e non con altre, più lambiccate e improbabili, valenze).
Mi sembra di percepire (e concordo) una certa avversione per quei minestroni tipo new age che tutto reclutano e inglobano senza approfondire niente, però mi sembra che il termine "pre chimica" per definire l'alchimia stoni troppo. Innanzitutto sembra relegare gli alchimisti a poveri cialtroni apprendisti stregoni che non hanno concluso nulla di pratico, ma poi se proprio volessimo prendere alla lettera (sbagliatissimo!) l'intento dichiarato di "trasformare i metalli vili in oro" dovremmo parlare di fisica nucleare e non di chimica. E' pur vero che l'ultimo nobel alla chimica aveva delle motivazioni molto da fisica quantistica, per cui sembra che le due discipline convergano alla fine, ma per stare su una concezione più classica, la chimica si occupa della combinazione degli elementi della tavola periodica e non del salto da una casella all'altra. Isaac Newton era sia un fisico che un alchimista tanto per fare un esempio.
Wunderkammer
Se il focus del libro è sulle chiese, in particolare mariane, l'autore giustamente non poteva fare a meno di accennare anche alle
Wunderkammer.
Giusto per fare un esempio pratico: se si vogliono vedere due coccodrilli imbalsamati nella stessa giornata, basta andare a Mantova.
Il primo è quello di cui sopra, nel santuario delle Grazie, e il secondo è nella Wunderkammer del Palazzo Ducale
(consiglio di prenotare prima la visita in quest'ultimo che è parecchio visitato).
L'elenco fornito delle Wunderkammer è interessante, ma la cosa più affascinante sono le immagini, le incisioni riportate.
Non sapendo come funzioni il copyright mi astengo dal riportarle (quelle sotto sono tutte foto fatte da me),
comunque basta andare su Google Immagini e cercare ad esempio
"wunderkammer ferrande imperato" o
"wunderkammer francesco calzolari" per avere un'idea.
Interessante anche il rilievo dell'autore su come le chiese prima del Concilio di Trento fossero luoghi pubblici più carichi di oggetti tra i quali spiccavano naturalia e mirabilia.
Lungo e giustificato lo spazio dato a
Cesare Ripa che nella sua
Iconologia ricorre spesso al coccodrillo come simbolo posto in basso rispetto alla figura,
"in diverse allegorie e con diverse accezioni, ma sempre tutte negative e legate all'aspetto atro e demoniaco, della guerra e della dissipazione".
Ad esempio nel "digiuno" il coccodrillo con la bocca aperto è simbolo della crapula e della gola,
nel "furore implacabile" il coccodrillo viene scelto come simbolo perché se gabbato dalla preda "contra di sé stesso si accende di furore, e così via.
Il coccodrillo come fa?
Qui l'autore si rivela di parte, e non dalla parte ufficiale. La famosissima canzoncina dello Zecchino d'Oro "Il coccodrillo come fa?" a quanto pare nel 1993 ha scatenato un vespaio, come ci riporta Wikipedia:
A seguito del successo e diffusione della canzone, si sono aperte diverse discussioni per cercare di individuare un vocabolo in lingua italiana per descrivere il verso del coccodrillo. Dopo pochi anni si diffuse il verbo onomatopeico "trimbulare", che rievocherebbe i "suoni tremuli sia gravi che acuti" emessi dal coccodrillo. Sul punto è però intervenuta l'Accademia della Crusca che ha negato l'esistenza del vocabolo "trimbulare", definito come "parola fantasma". Il coccodrillo, in definitiva e più correttamente, ruggisce.
Ma a quanto pare il nostro Bertelli è così innamorato del neologismo mancato "trimbulare" che ce lo dà per certificato.
A parte questa nota di colore, nel libro non poteva mancare la parte scientifica sui coccodrilli, o meglio i "crocodylia" dell'ordine dei "sauropsidi diapsidi"
(ovviamente sto attingendo a piene mani da Wikipedia).
Se le famiglie dei coccodrilli (vedi il link di prima) sono tre con vari generi al loro interno,
quelli che interessano a noi sembrano provenire per lo più (se non esclusivamente) dal
Nilo.
I vari siti
Se il Santuario della Beata Vergine delle Grazie, abbreviato a "le Grazie" per comodità di scrittura, è il punto di partenza anche perché il coccodrillo è il suo marchio distintivo
(insieme ai miracoli, alle grazie ricevute), nondimeno di coccodrilli appesi in chiesa è piena l'Europa, e in particolare l'Italia.
Bertelli si sofferma molto su quello delle Grazie perché è da lì che è partito il suo studio.
In particolare approfondisce molto il restauro cominciato nel 2000 e finito nel 2002, per il quale ovviamente Verona e il Veneto sono in primo piano:
infatti gli amici mantovani per il restauro si sono rivolti al Museo di Scienza Naturali di Verona,
il quale a sua volta si è rivolto al restauratore trevigiano Sergio Prevedello (veneto quindi, non lombardo: un po' di giusto campanilismo!).
Per i dettagli rimando al libro, ma mi limito a segnalare che il povero coccodrillo era in condizioni veramente penose, al limite del recupero.
Invece un altro esemplare ben più importante, poiché veronese e vicino alla Valsquaranto, ovvero quello della chiesa di
Madonna di Campagna,
è purtroppo addirittura incompleto; alcuni rifacimenti in legno gli danno la fisionomia finale (vedi le foto in fondo alla pagina), ma il tempo ha lasciato il segno.
Originariamente era nella bella chiesa di
Michele Sanmicheli,
ma dopo vari spostamenti si trova ora nella sacrestia, però sempre appeso al soffitto come doveva essere originariamente.
Si prosegue poi con quello del
Santuario della Madonna delle Lacrime
di Ponte Nossa in val Seriana (Bergamo), o con quello del
Santuario di Nostra Signora di Montallegro
a Rapallo (Genova), solo per citare due di quelli più eclatanti e visibili.
Alcuni casi sono documentati dall'autore ma non sono più visibili, in altri è rimasto qualcosa, come ad esempio al
Convento della Santissima Trinità alla Selva
a Santa Flora (Grosseto), dove del povero coccodrillo è rimasta solo la testa.
Il resto d'Europa mi ha stupito ancora più della casistica italiana: ce ne sono un po' ovunque.
Non ripropongo l'elenco del libro perché temo che l'autore venga a cercarmi per imbalsamarmi e appendermi in qualche soffitto.
Dirò solo che ce ne sono parecchi soprattutto in Spagna, ma anche in Portogallo.
Di quello di Brno in Repubblica Ceca avevo anche qualche vecchia foto personale,
purtroppo all'epoca su pellicola, quindi causa pigrizia irrintracciabile adesso.
Il significato
Anzitutto la presenza di questi rettili nei luoghi mariani non è casuale e sottende diversi significati. Si rivela essere una consuetudine medievale oggi quasi completamente scomparsa (pensiamo a quanto le chiese fossero più ricche di arredi, non solo liturgici, prima del Concilio di Trento) e che solo in parte si intesse con le Wuderkammer. Se, poi. in queste ultime sembra emergere eminenentemente l'aspetto naturalistico e simbolico, per quanto riguarda le chiese (mariane, specialmente, ma anche dedicate a santi sauroctoni), affiora un evidente legame con la catechesi per immagini, raffigurando in sostanza il demonio che è impotente, anzi fugge di fronte alla Madonna dispensatrice di grazie. E la vertigine dei possibili, segno della potenza infinita di Dio, incuriosisce l'uomo attraverso i mirabilia, che la Chiesa utilizza per attirare i fedeli.
Cosa si potrebbe aggiungere?
Sembrerebbe logico chiuderla qua, ma giustamente Bertelli parla di "diversi significati", e questo è solo uno,
il più intuitivo direi.
Tutta la simbologia di Cesare Ripa di cui sopra articola ulteriormente questo simbolismo, seppure con significati, interpretazioni diverse.
Mi sembra però che seguendo questa strada puramente simbolista ci si allontani un po' dall'oggetto iniziale:
per rappresentare simbolicamente qualcosa basta una pittura o una rappresentazione plastica, in marmo o in legno, di un coccodrillo.
Ma nelle chiese succitate ci sono coccodrilli veri imbalsamati, al limite non completi, ma assolutamente autentici.
Mi vien da pensare che qualsiasi fosse lo scopo il messaggio doveva essere portato in modo vivo, forte, scioccante,
non in modo intellettuale, teorico, puramente simbolico.
Se prima ho criticato l'espressione a mio avviso infelice di "pre chimica" a proposito dell'alchimia,
per contro ho apprezzato la considerazione che l'autore fa a pagina 18:
Infine, si accenna qui soltanto come da un punto di vista alchemico del bestiario della "arte dorata" il dragone, plausibilmente assimilabile al coccodrillo, rappresenti il soggetto dei saggi (ma anche, volendo, l'Ouroboros, il dragone che si morde la coda, simbolo del procedere ciclico della natura e dell'unità del tutto), cioè la materia sulla quale inizia il lavoro per il compimento della Grande Opera. Il santuario (o la chiesa nella quale si trova il rettile "imbalsamato") potrebbe essere così letto come un grande vaso alchemico (crogiolo, o meglio complesso vaso-forno nel quale avviene la trasformazione, detto athanor dall'arabo al-tannur, ossia fornace) nel quale avviene il compimento dell'Opus, la trasformazione del peccatore in fedele, nell'ottica che vedeva Cristo come primo alchimista.
Per inciso l'Ouroborus cataphractus
è il nome scientifico di un armadillo che oltre a mettersi in posizione da
Ouroboros
assomiglia molto (ovviamente in scala!) ad un coccodrillo.
L'autore sembra voglia attenersi a spiegazioni scientifiche e cristiane, ma volendo spaziare un po' con l'esotismo (ed esoterismo)
andrebbe segnalata anche la teoria per cui il coccodrillo, il mostro, il drago rappresenta delle energie ctonie che bisogna tenere a bada senza entrarci in contatto diretto.
L'iconologia classica di San Giorgio, San Michele, San Marcello (vedi il portale di Notre Dame a Parigi) ce li raffigurano con la lancia o la spada che tengono a bada il mostro,
ma nelle rappresentazioni tendenzialmente più "pure" la punta dell'arma non tocca il mostro.
Nel caso di San Todaro (San Teodoro) il primo patrono di Venezia e rappresentato su
una delle due colonne presenti
in piazza San Marco (l'altra ospita l'altro patrono, San Marco per l'appunto),
la lancia è posata accanto al coccodrillo/mostro, ma non sembra toccarlo.
Se ci spostiamo in oriente troviamo qualcosa di analogo nelle
vene di drago:
Le vene del drago sono un concetto del Feng Shui.
Si riferisce ai canali di energia che fluiscono attraverso le catene montuose.
Sono canali sotterranei del Qi.
Secondo alcune religioni tradizionali, è vietato distruggerli, in quanto ciò potrebbe causare conseguenze negative o disturbi.
Ha sviluppato un significato metaforico di qualsiasi infrastruttura critica ai giorni nostri, come la ferrovia Qinghai-Tibet.
Il diario di osservazione del Feng Shui del 1857 identificò diversi siti nel villaggio di Makija, Okinawa, come Uinu Utaki e Nuru Dunchi, che si credeva fossero collegati a queste vene di drago.
Le forze del Qi variano in qualità e quantità e si muovono attraverso la terra lungo le "vene", denominate "longmai" o "vene del drago". Queste vene si concentrano in punti nodali noti come "caverne".
Mentre le forze sono intangibili, la rete di vene può essere dedotta dalle caratteristiche topografiche.
Dopo la morte, le persone vengono spesso sepolte accanto alle vene del drago.
Personalmente dubito che siano stati messi i coccodrilli nelle chiese per segnalare le correnti energetiche del Feng Shui,
però dovevo dare un tocco di colore in più a quanto ipotizzato da Bertelli, altrimenti questa pagina restava un puro resoconto del libro
(e per giunta fatta gratis!).
Comunque questa casistica resta insolita, curiosa, e il fatto che sia piuttosto numerosa lascia aperta la domanda: perché i coccodrilli?
Ma che razza di coccodrillo sei?
Vuoi far ballare tutti noi
Ma non si capisce cosa vuoi
Sì perché non ci spieghi cosa vuoi?
Perché non ci dici chi ti manda
Che razza di coccodrillo sei
(Edoardo Bennato, "Rockcoccodrillo")
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Autore: Paolo Bertelli
Titolo: La vergine e il drago - Lo strano caso dei coccodrilli nei santuari mariani
Tipologia: Brossura
Dimensioni: 24 X 17 cm
Pagine: 130
Editore: Universitas Studiorum
Anno di pubblicazione: giugno 2023
ISBN: 9788833690124
Prezzo: Euro 20
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Santuario della Beata Vergine delle Grazie |
Wunderkammer del Palazzo Ducale di Mantova |
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