* HOME * * FORTEANA *

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre 2020 (Frimaire - Olive)

- L'aereo supersonico, i satelliti la lasciavano indifferente.
- Davvero?
- Sai che cosa invece la sbalordiva?
- No.
- Le coincidenze.

L'omaggio a Charles Hoy Fort in Belfagor

Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre (qualche informazione senza spoiler)

Stiamo parlando dello sceneggiato francese del 1965 di cui trovate tutte le informazioni su Wikipedia: "Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre". A questo punto sarebbe bello pensare che chi sta leggendo questa pagina avesse letto anche quanto scritto sul link in modo da non dover ripetere le informazioni, ma visto che per esperienza so che non è così, riassumerò molto brevemente alcune caratteristiche che ritengo importanti ad uso di chi non lo conosce.
Questo sceneggiato, che Wikipedia definisce in modo più moderno e forse più corretto "serie tv", è tratto molto liberamente dal libro omonimo di Arthur Bernède, e sull'avverbio "liberamente" mi fido non avendo letto il libro. Si tratta di una storia dell'orrore e, anche se agli occhi di un ragazzino del 2020 sembrerebbe noiosa o esilarante, a suo tempo ha effettivamente terrorizzato un bel numero di telespettatori sia francesi che italiani che, immagino, di tutti gli altri paesi coinvolti.
Ora stiamo parlando di un periodo in cui gli effetti speciali erano quel che erano, ed essendo questo un prodotto televisivo aveva l'aggravante di un budget decisamente penalizzante rispetto ad un film, però seguiva decisamente il principio di Lovecraft per cui l'orrore poteva essere solo evocato dalla parola, non reso manifestamente. Gli amanti dello splatter resterebbero assai delusi, ma ad una generazione di spettatori abituata ad usare l'immaginazione le scene quasi teatrali non facevano sorridere per l'ingenuità, ma anzi col loro bianco e nero e la loro lentezza suscitavano una paura adesso forse non più riproponibile al pubblico attuale.
Per concludere senza spoiler diciamo solo che la trama in generale si può evincere già dal titolo, e che una delle protagonisti femminili era la grande Juliette Gréco, forse più famosa come cantante che come attrice, e sicuramente una delle figure simbolo dell'esistenzialimso francese.

Venendo al punto (nessuno spoiler, è solo l'inizio)

[...] il "mercato delle pulci", sì, si chiama così. Un enorme mercato di roba vecchia, in apparenza niente di speciale. Vecchi mobili, ferraglia, oggetti fuori moda, ma a quanto dicono ci si fanno degli affari favolosi. Che sia vero o no importa poco quello che conta è la leggenda, la favola. Il mondo moderno con tutte le sue brutali realtà ha tanto bisogno di sognare.
Qui si incontrano persone strane, stravaganti, curiose, fuori dell'ordinario. Gente della quale a volte non si sa che pensare.

Le scene iniziali dello sceneggiato sono una vera e propria introduzione a sè stante. Potrebbe essere proposta come cortometraggio autoconclusivo e potrebbe essere tolta senza quasi nulla togliere alla trama.
Siamo al Mercato delle Pulci di porte de Clignancourt a Parigi e il protagonista sta raccontando di sua madre ad un amico seduti al bar. Racconta di come sua madre non fosse impressionata dai più favolosi sviluppi tecnologici, ma fosse invece interessata alle coincidenze. Un signore anziano coi baffoni inteviene dicendo "Sua madre, caro signore, aveva ragione".
La vicenda sembrerebbe concludersì lì con i due amici che guardano stupiti questo signore, ma poco dopo mentre stanno guardando della merce di un negozietto riappare all'improvviso il vecchietto esordendo con "Soltanto in apparenza sono coincidenze. [...] Però in realtà non lo sono!".
A questo punto il protagonista abbandona l'amico e segue il vecchietto fino a casa, dove questi ammiccante e sorridente lo invita ad entrare.
I baffoni, il dichiarato amore per le coincidenze e i modi scanzonati e ironici di questo signore potrebbero già bastare a richiamrci alla mente Charles Hoy Fort, ma se c'erano dei dubbi, tutta la scena successiva li sgombra definitivamente.

Lei va in barca sul mare e vede un'isola, e dice -è un'isola-, ma non è vero. Si sbaglia! Non è affato un'isola: tolga l'acqua e potrà vedere che anche un'isola è legata alla terra ferma.

Le coincidenze sono come isole ... basta togliere l'acqua. All'obiezione che non è un punto di vista scientifico, il signore ribatte che la scienza si basa sui fatti, e lui di fatti ne ha. Per la precisione ne ha 25.000. Nell'armadio.
Ora questa figura si distanzia da Fort solo per un'inezia, forse dettata dalla modernità: invece di raccogliere i fatti in scatole da scarpe come Fort, qui li raccoglie in latte, come quelle dei pomodori o dei fagioli per capirci. Perchè? Per paura della guerra atomica! Così come Fort era terrorizzato dal fuoco, dalla possibilità di un incendio che vanificasse tutta la sua raccolta, questo signore progetta di sotterrare la sua raccolta in scatole metalliche stagne perché il suo lavoro si salvi.
Apre alcune latte per dimostrazione, e la prima notizia che emerge è "Pioggia di sangue a Messina": un classico fortiano. Se ci fossero dubbi che si tratta "solo di un film", basta una veloce ricerca con Google per trovare la pioggia di sangue del 18 Febbraio 1956 (si tratta di Vibo Valentia nello specifico, ma si dice anche che tutto il mezzogiorno fu interessato dal fenomeno).

"Sono solo ritagli di giornale."
"Sono fatti! Guardi: Bollettino annuale delle scienze, Rivista di entomologia ... lo vede? Sono tutte pubblicazioni molto serie mi sembra, o no?" [...]
"Ma perché la scienza non vuol prendere in considerazione questi fatti? Perchè fanno paura?"
"Forse perchè sono inverosimili"
"Ecco qua! Adesso ci siamo! Sono fatti inverosimili. Ma cosa importa se sono o no verosimili se esistono?"

Ormai ogni dubbio è tolto: queste sono esattamente le considerazioni che troviamo su "Il libro dei dannati" . E' stato messo il famoso basco, stereotipo francese d'antan, in testa a Charles Hoy Fort, e chissà se lui avesse potuto vedersi così probabilmente ci si sarebbe fatto su una risata.
L'ultima notizia è poi quella che dà il trait d'union alla trama vera e propria: "3 Agosto 1925 ... Versailles: un fantasma misterioso compare nella galleria degli specchi". Il fantasma della nostra storia comparirà invece tra le sale del Louvre, ma un primo aggancio c'è stato.
L'aggancio definitivo arriverà quando il protagonista tornando a trovare quest'arzillo vecchietto ne scoprirà la sopraggiunta sua morte. Sentendo delle signore che commentano la cosa, scoprirà che l'ora della morte dell'anziano signore coincide l'ora della morte del guardiano del Louvre avvenuta in circostanze misteriose. Coincidenza? Sicuramente no: e da qui in poi l'indagine comincia.
E' chiaro che non serviva scomodare Fort per far partire la narrazione, quindi mi viene da pensare che sia stato un bellissimo omaggio fatto dallo sceneggiatore (Jacques Armand) o voluto dal regista (Claude Barma). Chiunque sia stato una piccola firma l'ha lasciata: sui tendaggi messi dall'impresa di pompe funebri campeggia maestosa una lettera "G", simbolo massonico per eccellenza insieme a squadra e compasso, laddove "G" sta per Grande Architetto dell'universo o God. Ma sul significato della lettera "G" si veda in dettaglio "Simboli della Scienza sacra" di René Guénon.

Coincidenze reali, ovvero fuori dalla trama (spoiler totale!)

Nella storia scopriamo nell'ultima puntata che sotto la maschera di Belfagor si nascondeva Luciana Borel, la misteriosa donna innamorata del protagonista. Nella realtà della produzione il personaggio di Luciana Borel era interpretato da Juliette Gréco, mentre sotto la maschera del fantasma recitava il mimo Isaac Alvarez. Ed ecco la coincidenza: entrambi sono morti quest'anno, a poca distanza l'una dall'altro. Juliette Gréco è morta il 23 settembre, mentre Isaac Alvarez il 3 novembre 2020.

Non basta! Wikipedia, di solito piuttosto precisa nei suoi elenchi, riporta solo due doppiatori per la versione italiana: Gabriella Genta e Gigi Proietti. Ebbene sì: entrambi sono morti quest'anno, Gabriella Genta il 15 Aprile e Gigi Proietti il 2 Novembre. Insomma, se io fossi al posto Yves Rénier che interpretava il protagonista André Bellegarde, mi sistemerei bene la mascherina e mi toccherei i gioielli di famiglia, che il 2020 non è ancora finito!

E arriviamo all'ultima curiosità: se c'è stato questo splendido omaggio a Fort in Belfagor, è stato forse grazie anche (o soprattutto) alla pubblicazione de "Il mattino dei maghi (Le Matin des magiciens)" avvenuta cinque anni prima. In questa pietra miliare della letteratura "insolita" che ha dato il via ufficialmente alla corrente del Realismo magico, è dedicato un intero capitolo alla figura di Charles Hoy Fort, che sicuramente a sua volta è stato una delle fonti ispiratrici del libro stesso. I due autori del libro erano Louis Pauwels e Jacques Bergier, e il nome di quest'ultimo ci porta alla terza coincidenza. Il cognome corretto ci dice Wikipedia essere "Berger", senza i, esattamente come quello dell'attore Jacques Berger che in questa serie intepreta il Dottor Bellay. L'attore non è morto nel 2020, ma proprio nell'anno stesso dello sceneggiato: il 1965, esattamente 55 anni fa.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


* HOME * * FORTEANA *