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Ultimo aggiornamento: 02 Febbraio 2020 (Pluviôse - Avelinier)

Nei pressi della Valsquaranto: le ville liberty di Borgo Trento

Malgrado una diffusione capillare, dal Brasile ai paesi scandinavi e alla Russia, l'Art Nouveau rimane un movimento d'élite, decoro dell'alta borghesia industriale progressista e colta; osserva Robert Schmutzler che «quando decadde al livello della piccola borghesia, diventò Kitsch, robaccia».
(Bruno Zevi, da "Storia dell'architettura moderna")

Art Nouveau, stile floreale, stile Liberty, arte nuova, arte moderna, Jugendstil, Sezessionstil, Nieuwe Kunst: è sempre lei. Mio padre diceva sempre che è stato l'ultimo stile vero e proprio. Forse non sarà del tutto vero, ma quel che ne è seguito soprattutto in architettura non è facilmente individuabile, l'uomo della strada non lo ricorda o non lo conosce, insomma: non esiste. Bauhaus? Razionalismo? Costruttivismo? Decostruttivismo? Brutalismo? Per gli addetti ai lavori sono banalità, ma quanti saprebbero individuare questi stili, riconoscerli, apprezzarli?
Invece quelle linee morbide, floreali, quei decori eterei, quelle vetrate colorate sussurrano a tutti, dolcemente, la propria identità: siamo Art Noveau, siamo Liberty!
Per Verona modificherei la definizione di Bruno Zevi "dell'alta borghesia industriale": progressista forse, un pò colta, beh ... magari sì, ma senza eccessi. Borgo Trento nasce a metà dell'ottocento con l'Arsenale, ma si sviluppa fortemente nei primi anni venti del secolo scorso. E da qui ecco queste residenze, ormai secolari, che ricordano la Gozzaniana "Vill’Amarena a sommo dell’ascesa / coi suoi ciliegi e con la sua Marchesa [...] La tua casa che veste una cortina / di granoturco fino alla cimasa: / come una dama secentista, invasa / dal Tempo, che vestì da contadina."
La sensazione qui è proprio quella di una "dama secentista che vestì da contadina". In Borgo Trento non troviamo un Tommaso Buzzi o un Gaudì, nessuno stile eclettico denso di significati, ma un sobrio adeguamento a quella "Verona Urbis Picta" che ancora possiamo trovare in centro città (ancora per poco, perché i colori stanno sparendo con l'inquinamento).
Ci sono un paio di eccezioni: Villa Brugnoli e Villa Tedeschi Tosadori. La prima per le bow window e le torrette ricorderebbe un edificio neogotico, da pieno romanticismo, ma poi gli archi a tutto sesto con i mattoni alternati al marmo ci rimandano al più veronese romanico. L'altra, la più vistosa Villa Tedeschi Tosadori ha inserti medievali e del 1600 (forse originali forse no, ma che importa?), richiami sacri un po' ovunque, la conchiglia di San Giacomo e simboli araldici, possiamo dire che è piuttosto articolata e radicata nell'arte precedente.
Insomma, per tornare alle parole dello Zevi, l'alta borghesia industriale c'ha messo del suo con risultati apprezzabili e di buon gusto, però non ha osato, non è andata oltre. Ettore Fagiuoli, forse il nome più quotato tra i vari architetti di queste ville, si è distinto forse di più altrove, (anche se qui ha lasciato comunque una bella traccia).
Eppure queste ville liberty sono belle. Non sono le prime cose da visitare a Verona, però meritano un giro. Affascinano. Catturano lo sguardo.
Perché?
Facciamo quattro passi per le ville liberty di Borgo Trento ...



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Galleria di immagini (cliccare per vederle ingrandite)


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