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Ultimo aggiornamento: 05 Novembre 2022 (Brumaire - Dindon)

"Io sono un po' luna, e un po' commesso viaggiatore.
La mia specialità è di trovare quelle ore
che hanno perso il loro orologio."
(Vicente Huidobro)

Orologi fuori tempo massimo

Come ci insegna Wikipedia, gli orologi da polso nascono nell'ottocento, anche se la data e il produttore del primo esemplare sono oggetto di discussione, l'aspetto fuor di dubbio è che all'inizio furono un accessorio esclusivamente femminile. Fu nei primi decenni del novecento che si cominciò ad apprezzare la praticità di questi orologi decretando nel contempo l'abbandono dei loro predecessori: gli orologi da tasca.
Come i dischi in vinile, gli scaldamuscoli anni '80 e in generale tutti gli oggetti vintage, anche gli orologi da tasca non sono spariti del tutto e basta andare su qualche sito e-commerce per trovarne anche di economici o addirittura al quarzo. Però in generale possiamo dire che sono degli oggetti che, come diceva Labranca, più che fuori moda sono proprio fuori tempo massimo.


James Dean o'clock Memories

James Dean o'clock Memories

Se l'orologio da tasca come oggetto è fuori tempo massimo, James Dean come mito lo è ancora di più. L'attore morto a soli 24 anni e diventato famoso per soli tre film ("La valle dell'Eden", "Gioventù bruciata" e "Il gigante") è stato sì un mito, ma non certo senza tempo. Morto nel 1955 in un incidente stradale al volante della sua Porsche 550 Spyder "Little bastard", già qualche generazione dopo è stato sostituito come ribelle da altri miti venuti dalla musica rock.

Modestamente penso di essere stato uno dei pochi ad acquistare una cafonata simile: un oggetto così legato alla classicità e all'eleganza come un orologio da tasca, che fa da sfondo al giovane ribelle in giacca di pelle e sigaretta fumata nervosamente. Un oggetto da vecchi con un attore simbolo di gioventù, o perlomeno così iconizzato dalla morte prematura. E allo stesso tempo un attore ormai quasi dimenticato già alla fine del secolo scorso, chiamato ad arricchire in modo kitsch un oggetto che neanche il più sfegatato dei nerd avrebbe usato.

Il tocco finale è dato poi dalla scritta "Memories" sul quadrante, messa lì per ricordare forse che quest'orologio voleva essere non una copia seria di un classico, ma un oggetto un po' vintage e un po' nerd, che in realtà non era né l'uno né l'altro.

Per quello che mi riguarda, come partecipante del movimento di eversione estetica, è un oggetto perfetto che infatti ho usato per parecchio tempo, o meglio fino a che non si è consumato il rubino, ovviamente di scarsissima qualità. L'orologiaio che lo ha aperto mi ha guardato con sguardo di commiserazione: "come si fa a comprare una puttanata simile?"

Il sol dell'avvenire Comunismo con classe

Il sol dell'avvenire: comunismo con classe

Se la qualità del precedente orologio era scarsa, qui invece siamo senz'altro su di un altro livello, basta anche solo prenderlo in mano e sentire la differenza di peso per capirlo. Non è un giocattolo per fan, ma un orologio vero.

Non ricordo bene quando è stato fatto l'acquisto, ma come l'altro stiamo parlando della fine dello scorso secolo, quando dopo il crollo del muro di Berlino, sono arrivati diversi venditori ambulanti dai paesi dell'est con oggetti di una certa qualità che spaziavano dagli strumenti chirurgici ai cannocchiali. Pur essendo tutti di buona qualità erano comunque a prezzi stracciati.

Credo che anche nel blocco dell'est gli orologi da tasca fossero un po' démodé all'epoca, magari forse ancora usati da qualche funzionario in "spigato siberiano" di fantozziana memoria. Ma ad essere fuori tempo massimo erano, e sono ancora, quei simboli comunisti che farebbero venire l'orticaria a qualunque iscritto del PD. Non sono del tutto sicuro che tutti i rappresentanti dei millenials o della generazione Z li riconoscano.
Intendiamoci: i comunisti ci sono ancora, e a mio avviso andrebbero protetti come i panda, se però il comunismo ci sia ancora ... beh, è un'altra questione.
Comunque questo è l'accessorio perfetto da indossare con un Eskimo guidando una Trabant però, come ci insegna Peppone, va regolato sempre in avanti:

Don Camillo: Hai di nuovo messo avanti il tuo sporco orologio?!
Peppone: Non vorrete mica che si resti in ritardo sulla reazione?
Don Camillo: La torre segna l'ora solare, il sole non fa politica: il tuo orologio va avanti.
Peppone: È l'orologio del popolo, se è in ritardo sul popolo tanto peggio per il sole e tutto il suo sistema!
(da "Il ritorno di Don Camillo")

Swatch da tasca

Swatch da tasca

Nella storia dei dispositivi, macchine per misurare il tempo portatili, personalmente distinguerei 4 grandi passaggi: gli orologi da tasca, gli orologi da polso meccanici, gli orologi da polso elettronici al quarzo e, oggi, gli smartphone che oltre a tutto il resto segnano anche l'ora per cui molte persone hanno abbandonato gli orologi (tranne poi recuperarli come smartwatch). Il passaggio dalla seconda alla terza categoria ha rappresentato una rivoluzione perché a costi molto contenuti gli orologi al quarzo davano una precisione che solo costosissimi orologi meccanici potevano dare. E non solo: non serviva neanche ricaricarli giornalmente, altra opzione costosissima per un orologio meccanico.
Orbene in quest'ottica l'orologio in questione è una clamorosa contaminazione tra la prima e la terza categoria. Si tratta infatti di un orologio da tasca ma al quarzo, elettronico. Laddove poi un orologio da tasca costerebbe parecchio a causa anche dei materiali, il materiale della cassa è la plastica.
Se non si vede chiaramente dalla foto, diciamo subito che l'orologio in questione è uno Swatch.

La storia degli Swatch dovrebbe essere abbastanza nota, e si inserisce pienamente nella terza rivoluzione, quella degli orologi al quarzo. Negli anni '80 la Svizzera, patria delle eccellenze in fatto di orologi da polso (Rolex e Patek Philippe per citarne un paio), era stata presa in contropiede dall'invasione degli orologi giapponesi (una marca su tutte la Casio). Come detto poc'anzi questi erano precisi come i migliori orologi meccanici, economici al punto di essere alla portata di tutti, non necessitavano di essere ricaricati tutti i giorni e come estetica erano innovativi e futuristici.
Per potersi inserire in questo mercato la Swatch pensò bene di fare leva su una pulsione consumistica molto basica: l'idea di possedere un pezzo unico (o quasi). Ecco che gli Swatch si presentavano in negozio uno diverso dall'altro e non c'era rischio di incontrare un conoscente che avesse lo stesso modello. Non solo: il prezzo aggressivo, soprattutto per un orologio svizzero, unito all'unicità spinse molti a farne collezione. Se una volta avere un pezzo unico in fatto di orologi da polso e, ancor più, averne una collezione erano cose da ricchi, ora questi capricci erano alla portata di tutti.
Poi naturalmente per accontentare tutti, anche i "poveri" ricchi che altrimenti non avrebbero avuto soddisfazione, sono uscite le serie limitate e disegnate da artisti famosi.

Se nel complesso la formula aveva funzionato alla grande, in questo specifico caso mi chiedo chi lo abbia acquistato. Posso capire che lo abbiano pensato nell'ottica di differenziare il più possibile i vari modelli, ma se sia stata una buona idea qualche dubbio mi resta. L'orologio da tasca era comunque già superato alla grande, per una collezione tematica di orologi da polso questo era escluso per sua natura e infine l'estetica estremamente sobria, asettica, non è così accattivante come quella della maggior parte dei suoi fratelli da polso.

Culturalmente

Cerco le qualità che non rendono / in questa razza umana / che adora gli orologi / ma non conosce il tempo.
(CCCP Fedeli alla linea)

Se politicamente Giovanni Lindo Ferretti, cantante e paroliere dei CCCP, sembra aver avuto qualche cambiamento significativo passando da Lotta Continua, al Partito Comunista Italiano, alla Lega Nord fino a Fratelli d'Italia (stando a Wikipedia), bisogna ammettere che la sua opinione sul tempo è rimasta immutata: oggi vive a Cerreto Alpi, sperduto negli Apennini Reggiani, con i suoi cavalli e con un ritmo che (pur non conoscendolo personalmente) mi verrebbe da definire rurale. Posso tranquillamente sbagliarmi, ma mi piace pensarlo con le giornate scandite dal sole: cerca le qualità che non rendono, conosce il tempo e non adora gli orologi.

La dipendenza dagli orologi l'aveva prevista bene Verne col suo personaggio Phileas Fogg che per compiere il suo giro del mondo in ottanta giorni doveva essere necessariamente puntuale con navi, piroscafi e treni.
Ma soprattutto l'ansia da orologio l'aveva ironizzata perfettamente Lewis Carrol col personaggio del Bianconiglio che col suo orologio da tasca continua a ripetere "È tardi, è tardi!".

Infine la parola definitiva sull'importanza degli orologi digitali la dice Douglas Adams nel suo incipit in "Addio, e grazie per tutto il pesce" ("So long, and thanks for all the fish"):

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.
Questo pianeta ha - o aveva - un problema, e il problema era che la maggior parte dei suoi abitanti era quasi costantemente infelice.
Per rimediare al guaio furono suggerite varie proposte [...]
E così il problema restava inalterato; un sacco di persone erano meschine, e la maggior parte erano anche infelici, perfino quelle fornite di orologi digitali.

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