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Ai Giovani Salmoni piacciono le cose brutte, basse e sottoculturali
che brutte, basse e sottoculturali però non sono realmente, ma tali vengono ritenute dai misoneisti,
soprattutto da quelli che vedono costantemente intaccato il proprio ruolo dominante.
(Tommaso Labranca, "Andy Warhol era un coatto - Vivere e capire il trash")

Ultimo aggiornamento: 11 Giugno 2022 (Prairial - Chèvrefeuille)

Trash Music di FCN: musica diversamente bella

Intro: il trash

Purtroppo questa volta Wikipedia ci fornisce una definizione insoddisfacente: "Il trash, dall'inglese «immondizia», noto anche come cultura trash, identifica espressioni artistiche o di intrattenimento come libri, film o programmi televisivi, di cattivo gusto, qualità scadente e con tematiche volgari, spesso realizzati così volontariamente al fine di interessare il pubblico attraverso ciò che è scadente, di bassa qualità e culturalmente povero".
Tommaso Labranca per fortuna viene in nostro soccorso con una definizione decisamente più gratificante e così precisa da essere individuata con una formula matematica. Nel celeberrimo libro "Andy Warhol era un coatto - Vivere e capire il trash" l'autore ci spiega come questo si possa definire un'emulazione mancata di un'opera di successo (d'arte, di pubblicità, in generale di comunicazione di massa). La formula matematica in questione, spiegata dallo stesso autore è:

kS – R = T
dove:
k = una costante (intenzione, poverta` di mezzi, incapacità, contaminazione, incongruità, massimalismo, ritardo ecc.) che altera lo scopo
S = scopo, cioè l’emulazione di un modello
R = risultato, ciò che si ottiene
T = trash!

E' evidente che tanto più grande sarà il fattore k (e automaticamente tanto più piccolo il risultato) tanto più clamoroso sarà il trash. Ma attenzione: trash non vuol dire schifezza.
L'estimatore, che Labranca definisce come il giovane salmone del trash che risale la corrente culturale, saprà entusiasmarsi nel risultato, non riderà dell'incapacità altrui ma andrà in estasi di fronte all'innovazione ottenuta.
Così Fabio Casagrande Napolin, che firma con la sigla questo suo agile libretto giovanile, ama la musica di cui parla. Per lui, pur conscio dei limiti tecnici di molte canzoni, non è musica di serie "B".
Giustamente poi se andiamo sul sito di Orrore a 33 giri scopriamo che lo slogan che accompagna il sito è quello che in parte cito nel titolo: "MUSICA DIVERSAMENTE BELLA RACCONTATA IN MANIERA DIVERSAMENTE SERIA".
Prendiamo un esempio clamoroso, anche se non citato nel libro di FCN. "Philosophy of the World" della band The Shaggs è un disco fatto da tre sorelle musiciste autodidatte praticamente costrette a fare musica dal padre che in sogno era stato avvertito del successo che avrebbero avuto. Il disco è cantato in modo platealmente stonato ed è, sorpresa, inserito nella classifica personale dei primi 50 dischi preferiti da Kurt Kobain. So bad, it's good!

Intro

Nell'introduzione l'autore esplicita di non voler schierarsi con questa o quella definizione di trash, ma di voler scegliere col cuore. Per questo seleziona 45 giri di un arco temporale ben preciso dal 1970 al 1982, perché era il periodo della sua infanzia e giovinezza, quello che in genere lascia poi il segno per tutta la vita, ma anche perché (con opinione forse un po' di parte) sostiene che abbia rappresentato un momento di maggior creatività rispetto ai decenni successivi. Ma su questo ritornò alla fine con alcune considerazioni.
Ma soprattutto questa scelta di cuore spiega perché oltre a canzoni palesemente trash troviamo anche canzoni rimaste nella storia della musica leggera italiana, vedi ad esempio il "Tuca tuca" di Raffaella Carrà o "Il cuore è uno zingaro" di Nicola Di Bari.
Secondo i puristi all'Adorno tutta la musica leggera dovrebbe essere considerata trash nel senso più spregiativo del termine in quanto prodotto dell'industria culturale, ma soprattutto in quanto legata alla semplicità della forma canzone e a testi banali e standardizzati. Dovremmo quindi aggregarci a questi tristi puristi e considerare tutta la musica leggera, in particolare quella pop e melodica, come spazzatura? Personalmente direi di no.
Quindi in conclusione dall'introduzione si evince che se invece di fermarci al titolo ci focalizziamo sul sottotitolo le cose quadrano: "Celestiali Melodie & Atroci Tormentoni" ... e abbiamo detto tutto.

Alcuni esempi di celestiali melodie

Perché inserire in questo libretto la celeberrima eroticissima colonna sonora del film "Emanuelle"? Perché è bellissima! Una canzone "Naturalmente languida, carezzevole ed erotica come il corpo di Zeudi Araya!": la definizione di FCN è azzeccatissima, anche se la protagonista del film non era lei, ma la pur bellissima Sylvia Kristel.
Nel caso invece di James Last, ad esempio, non mi pronuncio dato che non conosco il pezzo in questione. In genere Last è stato autore di soavi melodie, ma potrebbe essere stato incluso per aver fatto una clamorosa trashata sulla famosa romanza in fa maggiore di Beethoven.
Infine, ultimo esempio, per la famosissima colonna sonora del film "Paradise" cantata proprio dall'attrice protagonista Phoebe Cates è indubbia l'appartenenza al genere trash: già il film di suo è stata un'emulazione, magari non clamorosamente fallita ma molto vicina al plagio, del precedente "Laguna blu", poi la canzone nello specifico effettivamente è talmente dolce da rasentare il mieloso.

Alcuni esempi di atroci tormentoni

Magari atroce non lo sarà stato, ma come tormentone la canzona in Swahili "Ramaya" non ha rivali, ti si appiccica addosso e non viene più via. E' stata fatta riscoprire (se mai ce ne fosse stato bisogno) da quei grandi esperti di trash di Elio e le storie tese. Per gli ignari che non hanno ancora avuto la fortuna di conoscerla si consiglia di fruirla con le performance del suo interprete originale Afric Simone.
Però ripensandoci forse un rivale come tormentone colloso c'è: "Pop corn", naturalmente segnalata nel libro in ben tre versioni! Per capirci, per chi non ricorda il titolo, è quella che fa "poppo-poppo-po-po po-po-po-po-po/poppo-poppo-po-po po-po-po-po-po". Chiaro no?
Sempre per la serie atroci tormentoni nel libro c'è un discreta presenza dei Sanremini nonché, più in generale, di tormentoni child-oriented di personaggi famosi: Corrado con "Carletto", Bruno Lauzi con "La tartaruga", Sergio Endrigo con "Ci vuole un fiore", ma tra queste quasi forzature non includo la mitica Cristina D'Avena perché almeno lei era legittimata sia come età che come partecipante allo Zecchino d'Oro con "Il valzer del moscerino", brano peraltro ancora eseguito nelle ultime sagre che coraggiosamente osano proporre il liscio (genere che a mio avviso è un peccato aver un po' perso per strada).
Curiosamente l'enciclopedico FCN all'epoca confessava di non conoscere il famoso (?) Sergio Leonardi per il quale Wikipedia oggi segnala che "Il successo 'Bambina', del 1968, verrà considerato, nel 2022, uno dei migliori testi dalla Tipy Society, che lo premia per la frase 'Chissà dove hai lasciato quel vestito color semplicità'". Meglio tardi che mai, però effettivamente per giustificare il nostro autore la pagina di Wikipedia del cantante non dà seguito a tutti i link delle canzoni clamorosamente in rosso (pagina da sviluppare).

Outro

I commenti ai singoli 45 giri sono tutti tra il divertente e lo spassoso, riuscendo allo stesso tempo a mantenere una certa professionalità (non mi viene un termine migliore, ma spero di aver reso l'idea), motivo per cui riprendendo in mano il libro mi sarebbe venuto spontaneo riproporlo con le stesse parole, con un numero di citazioni da rasentare il plagio. Quindi il mio duplice sforzo è stato di cercare di essere sia coinciso che personale.
La lettura rappresenta inevitabilmente un viaggio nel tempo anche per chi non c'era. La speranza è che funzioni anche come stimolo per l'apertura mentale di quelle persone che considerano la musica a senso unico, spesso rinchiudendosi in un genere musicale, cosa che i musicisti veri, i professionisti, non fanno quasi mai. Tanto più che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, anche a chi non sa suonare un strumento, che lo stesso pezzo può essere riarrangiato in tutti i generi musicali, può essere arricchito o impoverito, citato in altri brani musicali e in particolare nel jazz manipolato fino ad essere reso irriconoscibile.
E per quello che riguarda i testi o buttiamo via l'ottanta per cento della musica leggera che propongono i media, o teniamo tutto al limite sorridendoci sopra. Certo a volte i testi possono far danno: i bambini che cantavano "Furia il cavallo del West / Che beve solo caffè / Per mantenere il suo pelo / Più nero che c'è" probabilmente sono diventati degli adulti brizzolati con la tachicardia nel tentativo si sanare l'ingrigimento.
Ma i danni più grossi li hanno fatti forse le canzoni di rottura: no, non socio-politica o artistico sperimentale, ma proprio le cosiddette "canzoni d'amore" che statisticamente parlando, d'amore non sono quasi mai. Saranno state le canzoni che parlano di amori disgraziati che negli anni hanno fatto innalzare il numero dei divorzi, ad abbassare il numero dei matrimoni ed ormai anche quello delle convivenze? Oppure saranno state queste tendenze ad ispirare tanti malinconici testi?
E qui arriviamo al punto: a mio avviso non è che gli anni '70 fossero veramente più innovativi e creativi dei decenni successivi, la creatività c'è sempre basta cercarla, ma forse allora il trash era più autentico, più spontaneo, cioè era veramente trash. Per dirla con le parole del mai abbastanza citato Labranca:

Quando ci si accorge del Favoloso Universo del trash è ormai troppo tardi per poterne fare ancora parte. Quando si è trash non si sa mai di esserlo. Non appena, però, nasce un primo fugace bagliore di rivelazione, quando ci si comincia a porre domande sulla struttura degli eventi estetici che costellano la nostra vita, ecco che si abbandona all’istante la Rutilante Galassia del trash.

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Autore: FCN (Fabio Casagrande Napolin)
Titolo: Trash Music - Celestiali Melodie & Atroci Tormentoni - 1970/1982
Tipologia: brossura
Dimensioni: cm 17 x 11,5
Pagine: 96
Editore: Tunnel edizioni
Anno di pubblicazione: Novembre 1996
Prezzo: 14.000 £

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