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Der Kleinwagen, der allen Wünschen gerecht wird
La piccola auto che esaudisce i desideri di tutti
(Pubblicità della P601)

Ultimo aggiornamento: 14 Agosto 2021 (Thermidor - Colza)

Libri "Al di là  del muro"

C'era una volta il "muro": di là  i cattivi, il Blocco Sovietico, di qua i buoni. Di là  mangiavano i bambini e la popolazione era segregata, povera e disperata, di qua eravamo liberi, ricchi e fortunati.
O almeno così ci dicevano.

La realtà  ovviamente sta sempre nel mezzo: se di là  c'era una certa propaganda, di qua non eravamo da meno e da questo derivavano le provocazioni di cui sopra. Però indiscutibilmente il regime sovietico non era un campione di libertà  e la produzione editoriale ne risentiva parecchio. Da qui l'idea di questa piccola, modesta collezione di libri, senza nessun intento politico, ma solo estetico e culturale.
Comprare libri dà  dipendenza, e se sei in un paese dove non conosci una parola della lingua o, peggio, non distingui una lettera dell'alfabeto, gli unici libri che puoi comprare sono libri fotografici. I libri fotografici sulla natura e sui monumenti sono sempre quelli, tanto vale comprarli in italiano o in inglese. Invece quelli che ho acquistato nei vari paesi dell’ex Blocco Sovietico sono diversi, sono gli altri libri.

Ecco: questa è una piccola, modesta collezione di libri "altri" ...

"Trabant alle Modelle": auto che avevano ancora della personalità!

Un'istantanea su di un passato prossimo

Ho voluto inserire questo libro nella serie "Al di là  del muro" anche se tecnicamente non è un libro d'epoca, ma un libro recente, che però ha foto d'epoca originali. La mia ignoranza della lingua tedesca mi impedisce di apprezzarne il testo, ma le immagini da sole valgono il prezzo dell'opera.
L'oggetto del libro, come si evince chiaramente, sono tutti i modelli ("alle Modelle") della Trabant, questa favolosa automobile del popolo (veramente del popolo!) che rappresentava l'unica vera speranza di locomozione privata nella DDR, ma anche nei paesi limitrofi del Patto di Varsavia.
Vorrei poter demandare tutte le considerazioni di base a Wikipedia, ma ... non ci riesco. Qualcosa, seppur di poco originale, devo ricordarlo anch'io.

Le automobili di Zwickau

Questi preziosissimi gioielli a quattro ruote, amorevolmente avvolti nei materiali plastici della carrozzeria, erano prodotti dalla VEB Sachsenring Automobilwerk Zwickau (Fabbrica Automobilistica Sachsenring di Zwickau) in Sassonia, nella stessa città che aveva dato i natali alla Horch, il cui fondatore diede poi vita alla Audi (dall'inesauribile Wikipedia: "[horch] in tedesco corrispondeva alla forma imperativa del verbo hören (che in tedesco significa "ascoltare", "sentire"), [August Horch] effettuò una traduzione in latino del proprio cognome, e ne utilizzò la parola risultante per ribattezzare la sua nuova azienda: Audi").
Nella sede della Horch a Zwickau negli anni '50 subentrò quindi la Sachsenring e cominciò a produrre i suoi quattro modelli di auto per consentire al popolo, quello vero non la Nomenklatura, di viaggiare, di spostarsi, di socializzare, di creare le perfette famiglie socialiste, insomma di vivere. Naturalmente tutto questo previa attesa di qualche anno dall'ordine per la consegna dell'auto: "Keep calm and wait for a Trabant!", per parafrasare il celebre slogan inglese del 1939.

Ed ora il libro! (Per vedere le immagini di cui parlo nel testo cliccare sul link indicante la pagina, oppure ci sono tutte le Thumbnail in fondo a questa pagina.)

La copertina

Quante considerazioni si possono su di una fotografia? Quante ipotesi, quante illazioni? La scelta della copertina anche in questo senso è stata magistrale.
Innanzitutto la prima cosa che colpisce l'occhio, oltre all'auto, è la ragazza. E' una ragazza semplice, certamente bella, ma decisamente non sexy. Il binomio donne e motori ormai ci ha abituato a immagini degne di Tinto Brass, eppure la ragazza in questione non è un'icona, perlomeno di quelle con la "F" davanti, ma sembra proprio la classica ragazza della porta accanto.
I vestiti sono altrettanto semplici e casti: niente che possa turbare il marito di "Quando la moglie è in vacanza" dove la sensualissima Marilyn Monroe, la vicina senza nome del film, agitava il povero Richard Sherman (Tom Ewell) raccontandogli che per combattere il caldo metteva l'intimo in frigorifero. Per non parlare poi della scena iconica dove l'aria uscente dalle grate della metro le alzava le gonne mostrando generosamente le (oggi castissime) mutande.
E non ho citato il film a caso: il modello della foto dev'essere una P50 o P70, quindi più o meno contemporanea al film. Quindi quando in occidente cominciava una strumentalizzazione dell'immagine femminile sempre più sexy, le femministe direbbero trasformandola in donna oggetto, nella controparte dell'est erano forse un passo avanti, perlomeno sotto questo punto di vista.

Tutto questo discorso sottintende che probabilmente si tratta di un'immagine pubblicitaria, e francamente mi sembra l'ipotesi più probabile. Ma c'è qualche elemento che potrebbe far pensare altrimenti: osservando bene la parte inferiore della vettura vediamo che è sporca di fango, mentre il contesto della foto è assolutamente urbano. Inoltre l'auto non sembra appena uscita dal concessionario, situazione quasi standard per le foto pubblicitarie, ma ha un aspetto vissuto. Se si trattava di una pubblicità, l'ideatore si è dimostrato veramente lungimirante, aperto, intelligente. Sembra dirci "guardate quest'auto: non è un imbroglio da pubblicità, appena uscita dalla fabbrica, acconciata apposta per la foto. Questa è un'auto vera, quella che vi troverete a guidare dopo qualche anno: non trovate che sia ancora bella?".
Infine sullo sfondo un condominio: niente yacht club, niente paesaggi paradisiaci, ma la semplice realtà che, per chi sa apprezzare, può essere vissuta con estrema soddisfazione, o meglio (perché no?) con felicità. Non a caso tra i più acclamati artisti italiani in Russia e in tutto l'ex-blocco sovietico, ci sono Albano e Romina Power: "Felicità / È tenersi per mano, andare lontano, la felicità / È il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, la felicità [...] È un bicchiere di vino con un panino, la felicità".
Di più: felicità è una Trabant, un appartamentino e una bella famiglia (socialista).

Donne Trabant

In base a quanto detto fin qui, non deve stupirci di trovare la pubblicità di pagg. 46-47 con una donna al volante: qui non c'è più chiaramente l'abbinamento "donne e motori", ma casomai l'abile strategia di marketing che dando per acquisito il target maschile, nelle pubblicità dà preferenza al genere femminile. E se tutto ciò può sembrare scontato ricordiamoci che è solo dal 23 giugno 2018 che in Arabia le donne possono guidare.
E' decisamente più estetica invece l'associazione delle due gemelle alla Trabant che troviamo a pag. 19: due gemelle per i due colori della Trabant che possiamo solo immaginare trattandosi di una foto in bianco e nero. E' una scelta estetica, ma anche qui senza sessismo: le due ragazze sono normalissime, solo un po' eleganti, e per trovarci qualcosa di particolarmente sexy bisogna riuscire a confondere le macchie di Rorschach con Playboy!
Arriviamo così ad una foto un po' controversa a mio avviso, quella a pag. 44. Secondo le intenzioni e, mi par di capire col mio inesistente tedesco, anche secondo l'autore dovrebbe essere una foto romantica. Ma negli stereotipi occidentali a cui, ahimè, sono sottomesso, una donna in minigonna sotto un lampione richiama ben altro: per essere generici potremmo definirla un'attività professionale da esercitare con l'oscurità "on-the-road" che richiede un minimo di illuminazione per evidenziare la merce soggetta allo scambio commerciale (tutta la tirata è per non dare soddisfazione a Stefano Bartezzaghi e al suo elenco tratto da "Non se ne può più"). A sua volta l'uomo più che un romantico accompagnatore sembra un cliente che valuta se le dimensioni dell'auto sono sufficienti per effettuare lo scambio commerciale.
Sono ingiusto: nell'immaginario tedesco l'abbinamento ragazza-lampione richiama inevitabilmente la famosissima Das Mädchen unter der Laterne, ovvero "La ragazza sotto il lampione", ovvero "Lili Marleen", la canzone che durante la seconda guerra mondiale ha straziato il cuore di molti soldati.

Il tempo libero

Si parte già dai risguardi: due immagini schiarite al massimo ci portano nel mondo del tempo libero, degli hobby, del turismo.
Nel primo risguardo, che preannuncia le delizie che troveremo nell'opera, c'è un signore che pesca accanto la fedele Trabant (una "Kombi" nella fattispecie, la versione station wagon). Accanto c'è la moglie che lo guarda pescare, forse progettando già la ricetta da impiegare sulle prede.
Questa foto mi richiama alla memoria immancabilmente la storiella di quel signore che va a pesca di mattina presto. Poco dopo giunge sul posto un altro signore che lo guarda pescare. Il pescatore resta tutto il giorno sul fiume, e l'altro signore lo osserva senza mai muoversi. Alla sera raccogliendo gli attrezzi il pescatore guarda interrogativamente l'altro signore, il quale per rompere l'imbarazzo dice: "E' un bel hobby la pesca, eh?".
"E già" fa il pescatore, "pesca anche lei?".
"Io? No, no ... ci vuole troppa pazienza".
Mettiamola così: la foto è molto poetica, ma un tantino irreale.
Nel risguardo finale, a mò di chiosa del libro, troviamo una Trabant sulla riva del Danubio a Budapest. Altra immagine schiarita, sognante, che ci favoleggia un turismo che seppur circoscritto dalla Cortina di ferro, offriva ampi spazi di circolazione.
E a pagg. 20-21 ancora gite fuori porta e picnic: nella Trabant ci sta tutto, come evidenziato dall'immagine con le valigie. Speriamo solo che non fossero segate a metà solo per far la foto!

Non potevano mancare

Non metto tutte le foto perché non vorrei incorrere nelle ire di chi detiene il copyright. E forse sto già abusando della pazienza di molti autori ed editori, però come si può notare riporto le immagini delle pagine dei libri con una qualità volutamente scarsa e solo ai fini dei commenti, o per dare un'idea. Quindi anche senza immagini fidatevi: c'è tutto!
Ad esempio non potevano mancare le foto dei crash test per i soliti saccenti denigratori che denigrano la sicurezza di questi bolidi.
Eh sì, perché di bolidi si tratta: non mancano infatti le foto dei rally tra Trabant. Sicuramente gare per chi voleva provar esperienze forti, fatte a suon di scrosci adrenalinici senza confronti. E qui mi spiace veramente di non conoscere il tedesco per capire come diavolo truccavano questo "motore [...] bicilindrico a due tempi da 595 cm³ raffreddato ad aria, in grado di erogare una potenza massima di 23 CV.". Chissà se San Carlo Abarth sarebbe riuscito far qualche miracolo, ma non mi risulta che si sia mai cimentato.
Infine non dimentichiamoci che nei paesi socialisti c'era, e dovrebbe esserci sempre per definizione, un'attenzione speciale per gli ultimi, quindi non potevano mancare le foto della "Spezial Variante", la Trabant appositamente predisposta per caricare la carrozzella per le persone non deambulanti.

Sicuramente mi sono dimenticato io qualcosa, ma il libro è veramente esaustivo (di foto, ma immagino anche nel testo) su tutto ciò che concerne questi gioielli in Duroplast e acciaio.
Personalmente non ne ho mai guidata una (e mi piacerebbe molto!), ma sono sempre rimasto affascinato dalla semplicità, dalla praticità e dalla peculiarità estetica di queste autovetture. Ma in realtà la molla principale del fascino che esercitano su di me è un'altra, ed è in fondo la stessa di tutte le utilitarie che hanno avuto grande diffusione.
Che storia può avere una Ferrari d'epoca? Una Porsche, una Mercedes, o qualsiasi altra vettura d'alto lignaggio (e costo!) cosa ci possono raccontare? Certo possono essere state testimoni di storie di ricchi annoiati, di piloti adrenalinici (quando va bene) o di figli di papà che la usavano dalla villa al circolo del golf: bah ... non mi affascinano.
Ma invece le utilitarie, e prime su tutte le Trabant, di quante storie felici, di quanti drammi, di quanti sacrifici, di quanti amori, di quanti momenti sereni sono state testimoni?
Temo che solo le persone più sensibili e intelligenti possano amare e capire questo brutto anatroccolo che dentro di sè nasconde un cigno meraviglioso.

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Autore: Matthias Rocke
Titolo: "Trabant: Alle Modelle"
Tipologia: cartonato
Dimensioni:
Pagine: 112
Editore: Heel Verlag GmbH
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9783868523720

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Galleria di immagini


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