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Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio 2020 (Ventôse - Violier)

Libri "Al di là  del muro"

C'era una volta il "muro": di là  i cattivi, il Blocco Sovietico, di qua i buoni. Di là  mangiavano i bambini e la popolazione era segregata, povera e disperata, di qua eravamo liberi, ricchi e fortunati.
O almeno così ci dicevano.

La realtà  ovviamente sta sempre nel mezzo: se di là  c'era una certa propaganda, di qua non eravamo da meno e da questo derivavano le provocazioni di cui sopra. Però indiscutibilmente il regime sovietico non era un campione di libertà  e la produzione editoriale ne risentiva parecchio. Da qui l'idea di questa piccola, modesta collezione di libri, senza nessun intento politico, ma solo estetico e culturale.
Comprare libri dà  dipendenza, e se sei in un paese dove non conosci una parola della lingua o, peggio, non distingui una lettera dell'alfabeto, gli unici libri che puoi comprare sono libri fotografici. I libri fotografici sulla natura e sui monumenti sono sempre quelli, tanto vale comprarli in italiano o in inglese. Invece quelli che ho acquistato nei vari paesi dell’ex Blocco Sovietico sono diversi, sono gli altri libri.

Ecco: questa è un piccola, modesta collezione di libri "altri" ...

Regione di Zemplín (Repubblica Slovacca, ex-Cecoslvacchia)

Oh, ancora, il mio Valaly ritorna da te e ti vede di nuovo perso
mentre gli uccelli volano quando il primo gelo è freddo
e nessuno sente l'odore della tua voce schiacciata
e delle lacrime di pentimento
e della parola impotente
oh come il desiderio perpetuo della statua di porfido dopo colonne di marmo,
la parola non dice cosa dicono i campi,
cosa nasconde una semplice canzone,
che bagno Sepota
che bassista sogna in gentile solitudine
Cosa giace in profondità sul fondo
Che pozzanghera in una fiamma
In che cade una stella
tu le mie luci in un sogno
che la lacrima svelata sarà un richiamo alla canna azzurra
quanto sia difficile dimenticare

Dunque è andata così.
Volendo scrivere di questo libro che ho comprato sicuramente entusiasticamente, ma non ricordo dove, e di cui ho guardato le immagini estaticamente, dovevo scoprire almeno due o tre cose: di che nazionalità era, di che lingua stavamo parlando e dov'era la regione di Zemplín. Le informazioni sono molto collegate tra di loro, ma i libri sono tanti, la memoria poca e la mia ignoranza delle lingue è enorme.
Così ho provato ad inserire lo scritto in copertina nel traduttore di Google completamente senza accenti o segni diacritici, e con mia somma sorpresa ne è uscita questa magnifica poesia. In qualche punto è un po' surrealista, ma non si poteva pretendere di più.
Sicuramente un traduttore umano professionista ne avrebbe tratto qualcosa di molto meglio, ma solo chi ha esperienza di traduzioni con Google Translator può capire quali abomini ininterpretabili ne escano. Il traditore, pardon, traduttore di Google potrebbe trarre un'evocazione demoniaca dalla più innocente filastrocca infantile!
Comunque appurato che "la parola non dice cosa dicono i campi" ne' ci dice "Cosa giace in profondità sul fondo / Che pozzanghera in una fiamma", non ci resta che passare alle immagini per cercare di capire la poesia di questa regione.

Le immagini

La regione di Zemplín è nell'est dell'attuale Repubblica Slovacca (all'epoca ovviamente nell'est della Cecoslovacchia). E' una regione indubbiamente affascinante e devo dare atto che il libro in questione non trascura il delizioso aspetto pesaggistico, immortalato con diverse immagini. Però qui queste banalità non interessano: le possiamo trovare facilmente un po' ovunque.
A noi interessa cogliere invece la poesia del tramonto tra i cavi elettrici: com'è futurista questa visione! (1) Poesia ed energia, natura e progresso, li possiamo trovare anche nell'immagine successiva (2), dove i fumi inquinatori che disegnano artistici arabeschi ricordando al cielo che qui comanda l'uomo al suo ultimo stadio di sviluppo, ovvero l'uomo comunista.
E giusto per capire a chi deve il suo sviluppo l'uomo comunista slovacco, ecco questo monumento di ampio respiro all'armata sovietica (3). Ma nella città fiorita (4) anche i monumenti vengono addolciti, come nel caso dell'obelisco, mentre per l'edilizia residenziale (popolare per definizione) oltre al tocco floreale ci sono anche le aggiunte artistiche dei murales e dell'arte moderna (5) (6). I fiori ritornano infine a circondare i monumenti ai caduti (7), mentre altri monumenti più avanguardisti (8) non hanno bisogno di cornici, ma devono spiccare nella loro modernità.
Arriviamo poi ad un'annosa questione: in questo genere di libri c'è una spaventosa carenza di popolazione e di auto, e il dubbio che mi ha sempre tormentato è sulla ragione di quest'assenza. Erano i fotografi che erano dei puristi che volevano il soggetto libero da elementi esterni che potevano distrarre l'occhio, oppure c'era una censura che non voleva che fossero riprese facce tristi, auto vecchie, toppe sulle maniche, e altro ancora? Per fortuna qui abbiamo un paio di esempi di regioni popolate da esseri umani (9).
Immancabili invece le foto industriali (10), tra le quali spiccano le immagini di una filatura, evidentemente gestita come un'ospedale vista la divisa dell'operaia (11) (12).
E se da una parte c'è il martello, dall'altra c'è la falce col lavoro nei campi (13) e i silos di raccolta (14).
Ma nei gloriosi stati socialisti non c'era solo il duro lavoro, base della società e dello sviluppo umano, anche i divertimenti avevano la loro parte: ecco il favoloso "campeggio", con una bella signora che fa graziosamente mostra di sè in bikini (15). Ed ecco anche abiti e balli tradizionali con tanto di ruota un pò osè (16), col rischio di scatenare lubrichi pensieri di puro sesso non volto alla pura (ri)produzione della specie (sottinteso proletaria).
E infine "finiamo in gloria amore mio", come direbbe Guccini, ecco i fasti di qualche maestosa celebrazione (17) su cui capeggia il volto di Vladimir Il'ic Ul'janov col mento proteso e lo sguardo fisso sul sol dell'avvenire.

E gli occhi intorno cercano
Quell'avvenire che avevano sognato
Ma i sogni sono ancora sogni
E l'avvenire è ormai quasi passato.
(Luigi Tenco, "un giorno dopo l'altro")

Autore: Ladislav Deneš
Titolo: Zemplín
Tipologia: cartonato
Dimensioni: 28x24
Pagine: 104
Editore: Osveta
Luogo di pubblicazione: Martin
Anno di pubblicazione: 1984
Edizione: Edícia fotografických vlastivedných publikácií
Lingua: Slovacco

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Galleria di immagini


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