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Quando parla il cuore non sta bene che la ragione trovi da obiettare. Nel regno del kitsch impera la dittatura del cuore.
(Milan Kundera, "L'isostenibile leggerezza dell'essere")

Kitsch non è il risultato ottenuto ma, il processo con il quale lo si ottiene, è l'atto che Kundera,
in Nesnesitelnà Lehkos Bytì, definisce come letterale eliminazione della merda dalla propria vita.
(Tommaso Labranca, "Andy Warhol era un coatto")

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre 2020 (Fructidor - Écrevisse)

Solo per palati fini: Eversione estetica - Convertiti sulla via del damascato

Un libro non in commercio

Questo libro è stato stampato su ordinazione e venduto all'interno di una "mailing list carbonara", come ama definirla il curatore. Quindi non è disponibile in commercio e probabilmente non sarà mai facilmente reperibile neanche su e-bay.
Ma è interamente reperibile in rete perché non è altro che la versione cartacea dell'omonimo blog così come si trova su Wordpress.
Il contenuto tratta di una serie di oggetti dei quali viene proposta la fotografia e un'arguta e spiritosa descrizione che, al di là della facile ironia, trasuda amore verso un certo gusto, verso una certa estetica che accomuna tutti questi piccoli capolavori. Certo questo gusto qualcuno potrebbe chiamarlo sprezzantemente "kitsch", che è un termine (ma anche un ambito) non definibile facilmente, ma che purtroppo come altre parole dopo essere stato usato pesantemente in modo denigratorio, o addirittura offensivo, non riesce più scrollarsi di dosso una valenza negativa.
Ma se ci si fa convertire sulla via del damascato, un mondo meraviglioso apparirà all'orizzonte, e sarà un mondo spesso alla portata di tasca per chiunque.

Per molti ma non per tutti

Come diceva lo spot del Pinot Chardonnay Cinzano questi sono oggetti di un gusto superiore, ma evidentemente non per tutti.
Potremmo dividere le persone in tre categorie.
La prima le persone semplici, diciamo di bassa scolarizzazione, genuine. Queste istintivamente apprezzano non solo il kitsch, ma anche il trash, secondo la definizione di Labranca.
La seconda categoria è un esercito, dove i soldati semplici li troviamo nella medio-alta borghesia e gli ufficiali nei (finti) intellettuali, nei (finti) esperti d'arte e "fini" esteti: quest'esercito aborrisce il kitsch e a maggior ragione il trash.
Infine c'è la terza categoria, quella degli illuminati, dei giovani salmoni del trash come li chiama Labranca. Quelli che capiscono le ingenuità, magari ci ironizzano garbatamente sopra, ma le apprezzano, senza malizia nè ostentazione di superiorità.
Delle tre è la seconda categoria ad imperare nei nostri tempi, eppure dagli anni settanta ad oggi fior di intelettuali si sono spesi per far capire questa bellezza.

Gli arguti intellettuali trancian pezzi e manuali / Poi stremati fanno cure di cinismo /
Son pallidi nei visi e hanno deboli sorrisi / Solo se si parla di strutturalismo /
In fondo mi sono simpatici / Da quando ho incontrato Descartes /
Ma pensa se le canzonette / Me le recensisse Roland Barthes
(Francesco Guccini, "Via Paolo Fabbri 43")

Negli anni '70 con Barthes e altri intellettuali nasce la semiologia e quello che sarà poi chiamato strutturalismo. Barthes in particolare ha scritto un libro, "Miti d'oggi", dove non ha esitato ad analizzare in questo contesto prodotti industriali e altri fenomeni di massa, così come si sarebbe potuto analizzare un'opera d'arte classica.
Qui da noi Umberto Eco non ha mai fatto distinzione tra cultura alta e cultura popolare, dimostrando anzi molta sincera simpatia per quest'ultima, basti pensare al suo romanzo "La misteriosa fiamma della regina Loana".
E se entrambi si sono mossi nell'analisi della semiologia, nell'interpretazione dei fenomeni di cultura popolare, abbiamo poi il già citato Tommaso Labranca che ha ampiamento dissertato in molti suoi volumi soprattutto sulla parte estetica e di godimento delle opere di sottocultura o di cultura di massa, irridendo gli snob dell'arte.

Think different (I'm lovin' it)

Se lo slogan di Mc Donald, "I'm lovin' it", è quantomeno coerente nella sua semplicità, quello della Apple, "Think different", è palesemente un ossimoro per un prodotto industriale di massa: per pensare differente bisgognerebbe assemblarsi il proprio pc e costruirsi il proprio sistema operativo come Linus Torvalds. Così come è un'ossimoro il primo oggetto proposto dal libro: il cavatappi a forma di fiasco. La definizione è imprecisa, forse sarebbe meglio dire apribottiglie termine che, per quanto sinonimo, rende di più la funzionalità, cioè che si possono aprire solo le bottiglie con tappo a corona.
Il fiasco è la bottiglia di vino di tradizione italiana per eccellenza che purtroppo non si trova quasi più in commercio, soppiantato da altri tipi di bottiglia tutte tendenzialmente di derivazione francese come esplicitato dai loro nomi: bordolese, borgognotta, sciampagnotta, alsaziana. Il fiasco per eccellenza non rientra assolutamente tra le bottiglie con tappo a corona: ha il turacciolo propriamente detto per cui l'opportuno cavatappi dovrebbe avere il verme da infilare.
Questa è la potenza dell'immagine: tendenzialmente non ci si rende conto che con questo apribottiglie si potrebbero aprire quasi tutte le bottiglie di birra del mondo, ma neanche una bottiglia di vino, e in particolare nessun fiasco.
Quindi vien da chiedersi come può una mente aver concepito l'unione di questi due tipi di chiusura di bottiglia così antitetici. La risposta è racchiusa in una parola che vale per tutti gli oggetti del libro: contaminazione. Potremmo suddividere gli oggetti in utili, o quantomeno funzionali ad un utilizzo, ed estetici, ma tutti sono soggetti alla legge della contaminazione.
Quindi restando sugli apribottiglie oltre a quello che fa fiasco nell'aprire il fiasco, abbiamo quelli ultracolorati, uno con la scritta "Paris" e le lettere a forma di monumenti attinenti alla capitale francese e quello a forma di gondola con la scritta "Venezia". La contaminazione è che sono funzionali all'apertura delle bottiglie, ma allo stesso tempo trasmettono un chiaro messaggio ad eventuali ospiti: noi siamo stati lì e ci è piaciuto molto.

Chi va a visitare Windsor invece non riesce ad esimersi dal visitare anche lo shop del castello ricco di materiale attinente sia all'edificio che alla famiglia reale inglese. Ebbene gli snob più raffinati saranno quanto meno stati tentati di comprare i servizi da tè copie esatte di quelli usati dalla real famiglia.
Per chi pensa differente invece ci sono tutti gli accessori per il tè segnalati dal nostro prezioso libro: la teiera di Enrico VIII, la tazza della Regina Madre e la tazza di Sara e Andrea (solo per restare in argomento casato di Windsor, poi ci sarebbero anche la teiera a forma di teschio, quella a forma di cammello col camelliere che fa da manico, ecc.).
Qual è la differenza tra la prima tipologia di acquisto e la seconda?
La prima è una semplice emulazione totalmente mancante di fantasia: vorrei ma non posso essere come loro, vorrei abitare in un castello ed avere dei sudditi sotto di me, ma invece faccio il ragioniere in comune, però ho lo stesso servizio da tè della regina! Senza contare poi la gradassata di sottintendere "faccio viaggi culturali, sono stato anche Windsor", o come diceva Totò: "Sono un uomo di mondo, ho fatto tre anni di militare a Cuneo".
Nella seconda c'è invece la creatività della contaminazione: nella teiera piuttosto che nella tazza aggiungo un'immagine sognante e kitsch, che come diceva Kundera e ricordava Labranca, rappresenta il processo di eliminazione della merda dalla propria vita.
"Io non sto copiando i reali, io sto vivendo in un mondo di sogno che vedo ogni volta che prendo il tè, od ogni volta che passo davanti alla statuina della regina che fa ciao ciao con la manina (l'immagine di copertina del libro).
Nel mio mondo non esiste un posacenere-e-basta, il mio posacenere è a forma di mosca e aprendo le ali puoi scuotere al suo interno la cenere.
Nel mio mondo la statuetta della Madonna segna anche il tempo cambiando colore.
Nel mio mondo non ho una statua che rappresenta Cleopatra, o una statua che rappresenta un gufo: ho entrambi in una sola statuetta!
Nel mio mondo non ci sono cose brutte, ci sono tante cose belle perché nascono dall'unione di altre cose. E' un florilegio di creazioni, non c'è posto per i tristi esteti che vogliono forme stilizzate ed asettiche.
La mia casa è un Vittoriale, non una sala operatoria."
Così nasce l'eversione estetica che fa tremare i raffinati piccolo borghesi, perchè il terrorista estetico potrebbe fare quello che ha fatto D'Annunzio donando il Vittoriale: "Io ho quel che ho donato perché nella vita ho sempre amato".
E quindi vi lascio: un ritratto di papa Giovanni XXIII su cornice di conchiglie, un corno di bue a forma di pesce, una saliera di ceramica a forma di tette, una palla di vetro dell'Ultima Cena, un posacenere a forma di aereo del Gran Torino, un porta latte a pipa con Ludwig II, un accendino a forma di Twin Towers, un vassoio con Magnum P.I., ...

Autore: La gaia Redazione di Eversione Estetica
Titolo: Eversione estetica - Convertiti sulla via del damascato
Tipologia: brossura
Dimensioni: 16,5x24
Pagine: 64
Editore: -
Anno di pubblicazione: 2019
ISBN: -

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