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Abbasso la volgarità
Viva la fica
(pag. 65)

In questo libro non troverete solo CAZZATE
C'è anche qualche STRONZATA
(pag. 4)

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio 2024 (Pluviôse - Thymélée)

Le badilate di cultura di Robert Freak Antoni

Una piccola ma pallosa introduzione che mi sento in dovere di fare - Roberto Antoni (e gli Skiantos) - La struttura del libro - Una pagina in particolare - Demenziale - Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti - Dieci anni

Una piccola ma pallosa introduzione che mi sento in dovere di fare

In casi come questo vorrei cominciare a parlare del libro senza contestualizzarlo, ma mi rendo conto che chi capita qui per caso o chi magari segue questo mio umile sito web (grazie!) potrebbe non sapere chi, o cosa, sono gli Skiantos e in particolare il loro frontman, fondatore, colonna portante del gruppo Robert Freak Antoni.
I due link a Wikipedia appena riportati dovrebbero sintetizzare bene il tutto, ma conoscendo la pigrizia insita nell'essere umano vedrò di sintetizzare a mia volta la sintesi di Wikipedia. Senza contare poi che dalle statistiche vedo che una buona fetta delle visite vengono dall'estero e in particolare dagli USA, cosa che mi meraviglia sempre: che siano le varie agenzie di sicurezza che con le intelligenze artificiali scandagliano a fondo il web, o veramente c'è qualcuno interessato a queste mie italiche puttanate che poi magari sottopone al traduttore automatico? Nel dubbio cerco comunque di facilitare il compito dei destinatari.

Roberto Antoni e gli Skiantos

Da perito agrario al DAMS: verrebbe da dire il fatidico "due braccia rubate all'agricoltura", e invece nel caso di caso di Freak Antoni le cose sono andate nel migliore dei modi, ed è proprio con altri studenti del DAMS che fonda gli Skiantos.
E con loro due primati: nasce il "rock demenziale" nonché (vedi Wikipedia) nasce anche il primo gruppo punk italiano. Ovviamente nel paese di "Sanremo" e "Superclassifica Show" non si sono visti spesso in televisione, e magari in prima serata sotto i riflettori, però gli estimatori a livello nazionale sono stati veramente molti, anche di alto livello nello scenario musicale. Ma d'altronde, come cantava il nostro: "Cosa pretendi da un paese che ha la forma di una scarpa"?
Una cosa curiosa che ho notato è che tra i non appassionati, gli Skiantos vengono spesso confusi con gli Squallor. Ora ci sono senz'altro alcuni punti in comune: il nome ironico in finto inglese, un certo ricorso alla volgarità specie a sfondo sessuale e il fatto che entrambi i gruppi hanno fatto musica più per divertirsi che per monetizzare. Però al di là di questo ci sono delle sostanziali differenze.
Gli Squallor erano dei professionisti della canzone melodica, pop, sanremese italiana, che arrivati a sera, stufi degli standard imposti dal loro lavoro, si trovavano e davano sfogo alle loro turpi voglie, che consistevano non solo nelle succitate volgarità, che poi sono quelle che li hanno rese famosi, ma anche nel nonsense (pensiamo a "38 Luglio" ad esempio) o a prese in giro di classe (la serie di Pierpaolo).
Viceversa nel libro Freak Antoni definisce gli Skiantos come dilettanti veri e propri, anche specificando l'etimo di coloro che si divertono, e il fatto di esordire come punk li ha svincolati dal dover esibire virtuosismi musicali, che comunque secondo me sarebbero stati in grado di fare. Al di là delle apparenze il genere demenziale da loro creato però non puntava solo a distruggere, a prendere in giro la musica leggera o i valori borghesi, ma puntava anche creare qualcosa di nuovo, di artistico, di avanguardia.

La struttura del libro

E' un libro molto articolato: foto, poesie, citazioni, pagine con frasi in libertà, pagine serissime prese dai libri di scuola, testi per canzoni mai fatte, insomma di tutto e di più.
Si apre con un book fotografico su "il poeta", ovvero lo stesso Freak Antoni in smoking (o qualcosa del genere, non me ne intendo) che con fare aulico si mette in posa in situazioni quotidiane: vicino ai cassonetti, con la nonna, seduto sulla tazza del bagno e così via, con quasi tutte le didascalie che fanno giochi di parole come "Il poeta nell'angolo (l'angolo della poesia)". Il senso è chiaro: prendere per il culo (abbasso la volgarità!) tutti quei presunti poeti dilettanti che si prendono troppo sul serio e, aggiungo io, che spessissimo trattano in versi sciolti i due argomenti immancabili dell'amore (spesso finito male) e dello spleen esistenziale, insomma sentimenti ed emozioni che provano solo loro e che noi umani non possiamo capire perché non abbiamo la loro sensibilità.
Di tutt'altro genere le poesie qui proposte, decisamente ironiche, provocatorie, ma che danno anche qualche spunto. Idem per le canzoni che però si differenziano perché seguono più la "forma canzone", con le strofe e il ritornello.
Poi se spesso i libri iniziano con una citazione (le mie piccole pagine web sempre!) poteva il nostro fare eccezione o fare una cosa normale? Naturalmente no: ci sono ben due pagine di "aforismi con tutti i crismi", alcuni famosissimi come quello di Brecht "Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti i posti erano occupati", altri più ricercati come quello di Kraus "Ci sono imbecilli superficiali e imbecilli profondi", altri inediti come quello anonimo "L'astinenza è una buona cosa, ma dovrebbe sempre essere praticata con moderazione".
Per quelle che io ho battezzato "parole in libertà" rimando all'immagine di cui sotto come esempio.
Ci sono poi due pagine con un esempio dedicato alla corretta coniugazione dei verbi al congiuntivo e al condizionale, che ad occhio mi sembrano tratte da un manuale scolastico. Sono forse una provocazione? Magari pensando al "congiuntivo impiegatizio" di Fantozzi? Purtroppo secondo me no, se pensiamo ad esempio che anni dopo a Sanremo è arrivato il brillante Lorenzo Baglioni con una canzone intitolata "Il congiuntivo", che spiegava con una "canzone d'amore" come si usa questo modo verbale evidentemente c'è sempre bisogno di rinfrescare la cosa!

Una pagina in particolare

Sempre sui verbi c'è una pagina apposita più generale, "Il verbo", che si può vedere anche qui sotto. "Tutte le parole che esprimono azioni si dicono verbi", e seguono due esempi: "Un falegname sega" e "Una massaia scopa". Immagino i risolini sotto i baffi, ma personalmente questa pagina mi spinge ad una piccola riflessione personale.
Mi è capitato di vedere su Youtube uno spezzone di Paola Cortellesi (Sanremo?) che con una recitazione molto grave leggeva quello che io ho soprannominato "l'elenco Bartezzaghi". Ovvero un lungo elenco di parole che declinate al maschile hanno un loro significato, ad esempio "lo zoccolo" ovvero una calzatura, mentre declinate al femminile hanno un solo ed unico significato, ad esempio "la zoccola" ovvero una troia (abbasso la volgarità!).
Conoscendo Bartezzaghi credo, ma non ne sono sicuro, che l'abbia composto un po' per amore dell'enigmistica, un po' per cacopedia, o più in generale per amore di come si trasforma e viene interpretato il linguaggio. Invece Paola Cortellesi, che è una bravissima attrice, l'ha letto e interpretato con una gravità estrema sottolineando come anche col linguaggio si esplicita il maschilismo. Ora io sono lungi dal negare che il fenomeno esista, ma non è questo il caso. E questo per due motivi.
Il primo, se vogliamo un po' discutibile, è che questi termini vengono usati anche dalle donne che apostrofano altre donne. Il secondo, più evidente, è che tutto ciò che attiene alla sfera sessuale ha dei sinonimi che rientrano in parole innocenti. Pensiamo agli organi genitali sia maschili che femminili: quanti sinonimi ci vengono in mente? Da cetriolo a passera, da siluro a patata c'è di che sbizzarrirsi, quindi non vedo perché la prostituzione che rientra in questa sfera dovrebbe fare eccezione.
Tornando alla nostra paginetta, un po' politicamente scorretta, potremmo certo trovare tracce di maschilismo non tanto nel doppio senso sessuale, quanto nel fatto che come esempio di pulizie casalinghe viene pressa una donna (una massaia addirittura!) mentre per il duro lavoro artigianale viene preso un uomo. Forse erano altri tempi (e comunque le immagini sembrano prese da un libro delle elementari di molto tempo prima), o forse quel geniaccio di Freak Antoni ha voluto fare una provocazione anche in questo.
Comunque per mostrarmi politicamente corretto aggiungo che siamo nel 2024: anche le donne segano e anche gli uomini scopano (quando riescono). E come disse re Edoardo III il fondatore dell'Ordine della Giarrettiera "Honi soit qui mal y pense" ("Sia vituperato chi ne pensa male")!

Demenziale

E' un'ardua impresa quella di definire il genere "demenziale" creato da Freak Antoni. Talmente ardua che pure lui ci impiega almeno due pagine, e a mio avviso senza esaurire l'argomento. Prendo un estratto:

La moltitudine chiede chiarimenti, pretende spiegazioni, esige dettagli ... E poiché essa incalza, chiarirò. Tutto ciò che è assurdo & bizzarro insieme, non eroico, non retorico, non modaiolo, non istituzionale, può essere demenziale. Meglio ancora: il demenziale, inteso come genere comico artistico (ma anche in quanto "Rock demenziale"), è un cocktail di pseudofuturismo, dada, goliardia, improvvisazione, animazione pirotecnica, provocazione con ironia d’avanspettacolo, poesia surreale soprattutto cretina. Poi incidenti a caso, paradossi e colpi di genio, contraddizioni, sciocchezze e gazzarra.

L'associazione tra (pseudo)futurismo e dada non è casuale: se quest'ultimo non ha attecchito in Italia e perché c'era già il futurismo, e infatti le "parole in libertà", di cui riporto sotto l'immagine, potrebbero appartenere a l'una o all'altra delle correnti artistiche. Sulla goliardia invece bisognerebbe precisare un attimo: tradizionalmente questa è tendenzialmente fine e attinge a piene mani nei sinonimi di cui sopra costruendoci dei doppi sensi ironici. Gli Skiantos invece erano tendenzialmente e volutamente poco fini: "Le massaie fan la coda / Per sentire la mia broda / E quest'anno è di gran moda / Io ci metto anche la soda".
Sull'avanguardia invece non si discute! Riporto fedelmente da Wikipedia

Il 2 aprile 1979 partecipano al Bologna Rock, [...] Gli Skiantos portarono sul palco una cucina, un tavolo, un televisore e un frigo, misero a bollire gli spaghetti e poi li mangiarono, senza suonare nulla; alle proteste del pubblico Antoni avrebbe risposto "Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda". L'esibizione, definita una fuga dall'immagine stereotipata del gruppo rock in cui la band cominciava a sentirsi intrappolata, fu però fraintesa e disprezzata da molti dei precedenti estimatori. Freak Antoni a tale proposito ha commentato: "La nostra provocazione aveva toccato, a seconda dei punti di vista, il fondo e l'apice nello stesso momento".

Più di così non potevano fare!

Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti

Questa è la seconda prova letteraria di Freak Antoni. Il titolo della prima è l'amara constatazione di cui sopra: "Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti". Gli estremi si toccano, "il fondo e l'apice" di cui sopra però non furono ben capiti, e ho l'impressione che forse sarebbero ancora più incompresi oggi.
Eppure in questi estremi c'è la grandezza del genere demenziale. Chi l'ha sintetizzato meglio di tutti è quel fine intellettuale di Tommaso Labranca che sosteneva che "il contributo di Freak Antoni all'abbattimento delle barriere esistenti tra le classi sociali fu superiore a quello di Umberto Eco". Uno dei tantissimi meriti del noto semiologo è stato quello di abbattere il presunto distacco tra una presunta cultura "alta" e la cultura popolare, pensiamo ad esempio al famoso "Apocalittici e integrati", eppure la medaglia d'oro Labranca la conferisce proprio al nostro Freak Antoni.
Ipse dixit!

Dieci anni

Ho pensato di parlare di questo libro perché mi è capitato in mano quasi per caso dallo scaffale della mia libreria e mi è sembrato perfetto per il sito. Poi dopo aver scritto quanto sopra, rileggendo e andando sulla pagina web dell'autore, mi è caduto l'occhio sulla data della scomparsa: 12 febbraio 2014. Sono ormai dieci anni che Robert Freak Antoni non c'è più.
Lunedì sarà il decennale e questa cosa mi stava sfuggendo. Solitamente sono attento agli anniversari, ma stavolta è stata proprio una coincidenza.
Ma esistono le coincidenze?

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Autori: Roberto "Freak" Antoni
Titolo: Badilate di cultura
Tipologia: brossura
Dimensioni: 18,5 X 10,5 cm
Pagine: 158
Editore: Sperling & Kupfer
Anno di pubblicazione: 1995
ISBN: 978-8820020330
Prezzo: 12.000 Lire

Galleria di immagini


Con l'alloro
Con l'alloro
Con la nonna
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Vicino al cassonetto
Vicino al cassonetto
L'angolo della poesia
L'angolo della poesia
Sulla tazza
Sulla tazza
Il verbo
Il verbo
Parole in libertà
Parole in libertà
Fine
Fine

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