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Ultimo aggiornamento: 07 Luglio 2019

Armed America - Ritratto dei possessori di armi nelle loro case

Per cominciare

Una sorgente di errori e d’ingiustizie sono le false idee d’utilità che si formano i legislatori. Falsa idea d’utilità è quella che antepone gl’inconvenienti particolari all’inconveniente generale, quella che comanda ai sentimenti in vece di eccitargli, che dice alla logica: servi. Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di poca conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l’acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere. Le leggi che proibiscono di portar le armi sono leggi di tal natura

Purtroppo quando si parla di armi (sottinteso "da fuoco leggere") si incappa nei soliti pregiudizi sia tra i contrari al possesso di queste ai privati, sia tra i favorevoli. Questi ultimi spingono molto la discussione sul possesso per leggittima difesa perché giocano facile sull'evidente ipocrisia di chi contrario negherebbe un diritto inalienabile con l'ipotesi che non ci sia un ragionevole rischio. Politicamente Cesare Beccaria, il nonno di Alessandro Manzoni, nel suo Dei delitti e delle pene da cui è tratto il passo di cui sopra, scontenterebbe sia un'attuale sinistra tendenzialmente contraria al possesso di armi da parte di privati, sia una destra tendenzialmente favorevole a delle pene esemplari. Insomma: Cesare Beccaria era un pensatore lucido ed intelligente che aveva visto lungo.
Ciò che mi interessa evidenziare, al di di là della discussione sul possesso per difesa delle armi, è che si possono possedere ed usare le armi per molteplici motivi. Vediamo qualche esempio:
1) Per la caccia. Rischia di essere un motivo ancor più divisivo della difesa, per cui non entriamo nel merito.
2) Per collezione. In generale chi fa collezioni a tema dovrebbe essere incentivato perché preserva cultura e memoria. Senza contare poi che molte collezioni importanti alla fine vanno a finire nei musei.
3) Per sport. Volendo fare due macrocategorie probabilmente non esaustive, potremmo suddividere gli sport con le armi in olimpionici (pistola standard, tiro al piattello, eccetera) da quelli che non lo sono e magari vorrebbero diventarlo come il Tiro Dinamico Sportivo, da anni associato al Coni.
4) Per difesa nella natura. Mi raccontavano che ai turisti che vanno nelle isole Svalbard viene assegnato un fucile nel caso incappassero in un orso bianco, la cui caccia è severamente vietata, ma la cui vita cede d'importanza a quella di un essere umano. In Italia situazioni estreme non ce ne sono, ma in Brasile ad esempio sono normali i revolver caricati a pallini per i serpenti, e così via in molti altri posti selvaggi.
5) Per simulare un certo contesto. Ovvero per giocare da adulti come si faceva da bimbi: classico esempio è quello delle gare western, con repliche di armi originali e costumi d'epoca.

Il libro

Per il sito del libro vedi qui.

"Have nothing in your houses that you do not know to be useful or believe to be beautiful."
(Non avete niente nelle vostre case che non sapete essere utile o che non credete essere bello).
William Morris, Hopes and Fears for Art, dall'introduzione del libro.

L'idea del libro è semplice e geniale: girare gli USA entrando nelle casi dei possessori di armi e chiedere loro di rispondere alla domanda "perché possiedi un'arma?".
Per ciascuno dei componenti di questi nuclei familiari vengono riportate le risposte, quasi sempre molto sintetiche, e una bella foto in posa in un locale della loro abitazione.
Il risultato ottenuto da Kyle Cassidy è favoloso: ne esce un'umanità variegata e "normale". Normale nel senso che non si vedono pazzi esaltati pronti a fare una strage. Ci sono famiglie normalissime seppur con qualche personaggio bizzarro ai nostri occhi europei. Una cosa che mi ha colpito particolarmente è la frequente presenza di animali domestici, giustamente citati come parte della famiglia. E la domanda tecnica che mi è sorta spontanea è come diavolo ha fatto l'autore a mettere sistematicamente in posa, quasi sempre in primo piano, cani e gatti.
L'autore poi ci dice nell'introduzione che ciò che l'ha più entusiasmato è stato entrare nelle case delle persone, nei loro nidi familiari permeati di quotidianità. Senza morbosità o pregiudizi, ma con un normale interesse da essere umano a essere umano è un po' come vivere molte vite pur avendone a disposizione una sola.
Il libro è del 2007, e gli arredi tecnologici tradiscono l'età. Chi lo sa? Forse è cambiato qualcosa in questi dodici anni, o forse le persone sono rimaste le stesse.
Quello che il libro purtroppo non ci dice, temo per colpa del politically correct, sono i rapporti tra i membri delle famiglie, un po' della loro storia, dei loro progetti per il futuro. Ma forse è meglio così: la nostra immaginazione può sbizzarirsi.
L'unica cosa che mi inquieta nelle immagini di queste stanze, non sono certo le armi che fanno parte della quotidianità, ma la pressochè totale assenza di libri. E' un'assenza che, armi o non armi, accomuna la maggior parte della popolazione mondiale, anche delle middle class che potrebbe ampiamente permetterseli, e i risultati di questa mancanza si vedono purtroppo.

Copertina rigida: 208 pagine
Editore: Gun Digest Books; prima edizione 26 Giugno 2007
Lingua: Inglese
ISBN-10: 0896895432
ISBN-13: 978-0896895430
Dimensioni: 12 x 1.2 x 9.2 pollici



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