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Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio 2023 (Nivôse - Chat)

Roma: percorso con sei gradi di separazione

Per evitare la monotonia ho provato a introdurre questo nuovo gioco. I sei gradi di separazione non si riferiscono direttamente alla famosa teoria semiotica e sociologica, bensì a quella contaminazione musicologica del programma omonimo, "Sei gradi" di Radio 3.
In questo programma con mosse molto elastiche tipo "Il Bersaglio" della Settimana Enigmistica, si collegano pezzi musicali tendenzialmente completamente diversi tra loro, e con salti di tempo e di spazio che rendono un panorama musicale realmente a trecentosessanta gradi. Non contento di queste regole tremendamente elastiche, ho trasgredito ad altri due vincoli perché non volevo tralasciare qualcosa: il punto di partenza è doppio e i punti di arrivo sono due, c'è un bivio che ci porta in due posti diversi.
A mia discolpa posso dire che ogni tanto qualche gioiosa puttanata devo pur inventarmela.

Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.

Galleria di immagini (cliccare per vederle ingrandite)



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Primo grado: un punto "rosa"

Si parte dal muro delle bambole ("Wall of dolls", ma perché diavolo bisogna sempre buttare tutto sull'inglese?), su un lato del teatro Tordinona (mi fido di Google Maps).
Purtroppo non è un gioco, si tratta di foto, immagini e bambole per ricordare le vittime dei femminicidi. Penso che tutti vorremo vederlo vuoto e personalmente mi accontenterei che non si aggiungesse più niente, ma temo che non sarà così.
Da via Degli Acquasparta si può vedere sia questa tristissima testimonianza, sia la bella casa di Fiammetta Michaelis. Questa "cortigiana del Rinascimento romano", come la definisce Wikipedia, aveva ricevuto in eredità come dote tutti i beni del cardinale Giacomo Ammannati Piccolomini. Con un'ingiustizia, seppur minore di quelle delle vittime dei femminicidi, di tutti i beni in realtà le sono arrivati solo "una vigna presso il belvedere Vaticano e tre case (una in via dei Coronari, una in via degli Acquasparta, una con torre nello scomparso vicolo della Palma)". E questa è per l’appunto quella di via dei Coronari (sul retro).


Secondo grado: la basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio

Il cardinale Giacomo Ammannati Piccolomini è stato sepolto nella basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio dove anche la nostra Fiammetta aveva voluto essere sepolta, ma per quest'ultima le fonti ufficiali non ci danno conferma poiché la tomba non è mai stata trovata.
La prima chiesa era del 1420, ma subito dopo è stata praticamente rifatta nel 1483, per ragioni di spazio essendo sempre stata una chiesa parrocchiale. Ad un esterno tutto sommato un po' anonimo, si contrappone un interno veramente ricco di opere d'arte. Il "Profeta Isaia" di Raffaello, la "Madonna col Bambino" di Andrea Sansovino, la statua miracolosa della "Madonna del parto" di Jacopo Sansovino e altro ancora. Ma sopra tutte le opere, la stella, la primadonna della chiesa perennemente assiepata di turisti è la "Madonna del Pellegrini" di Caravaggio. E' proprio la classica opera del Caravaggio dove la modella era visibilmente una prostituta.


Terzo grado: la Biblioteca Angelica e l'Accademia dell'Arcadia

Contigua alla la basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio c'è la Biblioteca Angelica che però ospita anche dal 1940 la nuova sede dell'Accademia dell'Arcadia, nonché il suo patrimonio librario di circa 4000 pezzi. Ed è da questa doppia valenza che prende spunto il nostro bivio:

- alla Biblioteca Angelica sono state ambientate alcune scede de "Il segno del comando"
- La sede originale dell'Accademia degli Arcadi era a Trastevere e doveva essere assolutamente stupenda.



Quarto grado: Il Bosco Parrasio

In realtà l'Accademia di sedi ne ha avute diverse, ma la più famosa, la più bella, fu quella del Bosco Parrasio. Da Wikipedia:

Finalmente, grazie a una donazione di 4000 scudi di Giovanni V del Portogallo, anche lui arcade, l'Accademia poté acquistare una sede tutta sua ovvero l'Orto dei Livi, alle pendici del Gianicolo, che l'architetto e arcade Antonio Canevari trasformò nel Bosco Parrasio. Canevari strutturò il giardino su tre piani collegati da due rampe di scale. Sul primo terrazzamento fu edificato un teatro di forma ovale con tre ordini di sedili e un leggio di marmo. Al secondo livello si trova una finta grotta arcadica e, al terzo, un'edicola commemorativa che ricorda la donazione di Giovanni V. Il Serbatoio, cioè l'edificio che fungeva da archivio e segreteria, fu definitivamente ristrutturato nella forma odierna da Giovanni Azzurri nel 1838 che lo dotò di una facciata in stile esedra.

Di tutto questo non c'è nulla di visibile a noi poveri mortali. L'ingresso si può vedere a Trastevere, e da lì si può seguire il muro di cinta che costeggia il giardino salendo fino a San Pietro in Montorio dove c'è il famoso Tempietto del Bramante. E qui finisce il primo ramo.


Quinto grado: Via Margutta 33

Nel succitato capolavoro di Daniele D'Anza del 1971, troviamo nelle prime scene il protagonista, il professor Lancelot Edward Forster interpretato dal grandissimo Ugo Pagliai, che si reca a casa del pittore Marco Tagliaferri che gli aveva inviato la foto di una piazza misteriosa citata da Byron in un suo diario ("21 aprile 1817, notte, ore 11. Esperienza indimenticabile, luogo meraviglioso, piazza con rudere di tempio romano, chiesa rinascimentale, fontana con delfini, messaggero di pietra, musica celestiale, tenebrose presenze").
La casa è questa. In rete ci sono diversi siti che identificano nella realtà tutti i luoghi di questo sceneggiato, e tutti concordano sul punto. In effetti anche se il luogo è cambiato parecchio dal 1971 ad oggi, sono ben riconoscibili sia la porta dove si affaccia la misteriosa Lucia, modella del pittore, che l'ingresso del discendente del pittore. La veranda accanto è infatti senza dubbio l'ingresso della casa dove abitava l'anziano colonnello in pensione, anch'egli un Tagliaferri.
Durante la visita, mentre facevo le foto, ho parlato con un signore che non sapeva niente di questo sceneggiato, ma che era lì anche lui per cineturismo perché sempre nello stesso cortile erano state ambientate alcune scene di "Vacanze romane". Grave da parte mia non aver visto il film, visto che ho avuto anche occasione di parlare di Audrey Hepburn in questa pagina: mi riprometto di farlo al più presto.


Sesto grado: Piazza di Spagna

E sullo scooter insieme a Audrey Hepburn e Gregory Peck arriviamo in fondo a Via Margutta, in Piazza di Spagna. In rete si trova la bellissima immagine di Audrey in piedi niella fontana della Barcaccia.
Ma attenzione, anche questo luogo, una delle piazze più famose del mondo, ha una doppia valenza: appena su dalla scalinata di Trinità dei Monti, sulla destra, c'era l'albergo in cui alloggiava il professor Foster nella stanza numero 33, come il numero civico di via Margutta. Coincidenze? Probabilmente sì, ma sono divertenti.

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