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Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre 2020 (Frimale - Bruyère)

Armenia parte 8: Areni, la città del vino

Ad Areni e in generale nella provincia dello Vayots Dzor il protagonista principale è il vino. Anche se (a rischio di far infuriare i produttori di Areni) devo dire che i prodotti che ho apprezzato di più sono di una cantina in un'altra provincia armena; ma comunque ciò non toglie che la zona più rinomata sia sicuramente questa.

Quindi per parlare di Areni bisogna parlare di vino, e la prime due cose da dire sono che: l'Armenia è il primo luogo nella storia dove si è prodotto vino e che in Armenia hanno ancora le viti con i piedi originali. Per chi non fosse avezzo all'argomento spieghiamo che la peronospora della vite, insieme ad Halloween e a il Black Friday, è uno dei flagelli che abbiamo importato dall'America. Questa malattia causata dalla Plasmopara viticola persiste dal 1878 qui in Europa; e questo ha fatto sì che se vogliamo ancora coltivare le viti per produrre il vino, dobbiamo necessariamente innestare i nostri vitigni su un piede di vite americana, quest'ultima con radici resistenti al maledetto microorganismo.
Ma l'Armenia è distante dall'Europa e per il momento può ancora permettersi di avere viti col piede originale. Però si sa, la poesia è molto bella ma "business is business": un'addetta di una grande cantina ha francamente ammesso che per sicurezza anche loro si stanno attrezzando come da noi, perché prima o poi la peronospora temono che arriverà anche da loro e fare un reimpianto di tutti gli ettari vitati è un'operazione assai costosa.

A parte questi due indiscutibili primati, il contesto della produzione vitivinicola armena sembra quello dell'Italia di qualche lustro fa: la regolamentazione è molto lasca e la produzione e distribuzione nelle piccole realtà è, diciamolo così, un po' alla buona. Nelle grandi cantine non si notano differenze, ma vedere le piccole cantine con il punto vendita sotto l'ombrellone ai lati della strada, che vendono vino sfuso direttamente in bottiglia di plastica, beh ... diciamo che fa un po' sorridere. Da specificare poi che se il cliente non ha particolari problemi può acquistare il vino in una bottiglia di acqua minerale riciclata (bottiglie che se non altro, per il momento, non vanno a finire nell'oceano!), se invece deve recarsi in paesi non molto comprensivi con prodotti alcolici, il vino rosso viene messo in bottiglie della Coca-Cola: da fuori non si vede alcuna differenza. Naturalmente vien da pensare che con un trucco ormai così famoso, girino delle grandi mazzette alla dogana perchè gli addetti non procedano all'assaggio.

Per concludere Areni non è solo vino: nella collinetta sovrastante la città c'è la bellissima chesa di Sastvatsatsin, ovver Santa Madre di Dio, circondata da un pittoresco cimitero e con una vista che spazia sulle vallate circostanti. Anche se questa chiesa cede di importanza rispetto a ben più famosi monasteri armeni, è veramente bella e una visita la merita.

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