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Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio 2020 (Pluviôse - Fragon)

Armenia parte 5: Sisian, una piccola perla turistica

A sud dell'Armenia il paesaggio cambia nuovamente: non più la brulla pianura dell'ovest, non il paesaggio (quasi) alpino del nord, ma montagne più dolci, corsi d'acqua, boschi. Piacevole, non troppo caldo e nel complesso vario, si percepisce subito come un posto accogliente.
Sisian poi è una città quasi turistica, ma con le carte in regola per diventarlo a pieno titolo. Se Yerevan non cercasse di trattenere i turisti con le unghie e con i denti, promettendo loro di far visitare tutta l'Armenia pur alloggiando nella capitale, città come questa potrebbero cambiare radicalmente.
L'attrazione principale del posto è senz'altro Zorats Karer, la "Stonehenge armena". I megaliti sono decisamente molto meno imponenti di Stonehenge, ma per certi versi più intriganti. Alcuni sono forati sulla sommità con un foro perfettamente circolare, il cui puntamento al momento non mi è dato di sapere perché non ho trovato pubblicazioni in merito. Sono disposti sia in allineamento che in cerchio, e al centro del cerchio c'è un tumulo.
Il panorama che si vede è spettacolare, ma certo non come quello delle vicine cascate di Shaki, che definire pittoresche sarebbe senz'altro un eufemismo.
Sarebbe stata interessante anche una gita a Ughtasar, dove oltre al panorama, sembra mozzafiato, ci sono anche i famosi petroglifi che a vederli in foto ricordano un pò quelli della Valcamonica. Purtroppo per raggiungere il posto bisogna affidarsi una guida con fuoristrada e l'ultimo tratto farlo a piedi: tempo stimato 6 ore, che in pratica vuol dire dedicarci una giornata.
Inevitabili i monasteri, che qui sono due. Uno poco distante, raggiungibile in auto da una stradina panoramica, oppure dal sentiero che corre accanto ad un torrente e da cui si possono ammirare anche le famose "Symphony of the Stones" (come quelle di Garni Gorge).
L'altro è un pò più distante, sono circa tre quarti d'ora d'auto, ma a ricompensare il tragitto c'è l'interessante opportunità di arrivare al monastero: le "Wings of Tatev", le ali di Tatev. Dal villaggio omonimo, un bel pezzo prima del monastero, c'è la partenza per la funivia più lunga del mondo. Sono ben 5,7 chilomteri sospesi nel vuoto. Ovviamente ci si mette di più che andando al monastero direttamente in auto perché la coda di attesa è consistente, ma vuoi mettere la soddisfazione? E' un viaggio da record mondiale e si arriva esattamente davanti al monastero.

Per vedere le foto in sequenza cliccare qui.

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