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Ultimo aggiornamento: 25 Luglio 2020 (Thermidor - Armoise)

La Weltanschauung delle Toaru series


Di cosa si tratta (panoramica)

Per chi non sa di cosa stiamo parlando faccio una breve panoramica con i relativi link a Wikipedia, però attenzione a procedere oltre: approfondendo l'argomento sarò inevitabilmente costretto a fare i cosiddetti spoiler, ovvero anticipazioni indesiderate di punti salienti della trama che potrebbero rovinarne la visione.
Chi già conosce l'argomento può saltare allegramente questo paragrafo.
"Toaru series" mi sembra che non sia una definizione ufficiale, ma un'estrapolazione della prima parte del titolo che hanno in comune le tre serie (a loro volta suddivise in stagioni) di questo che nel suo complesso è un anime, ovvero una serie televisiva di animazione giapponese.
Le tre serie sono nello specifico:
- A Certain Magical Index (To aru majutsu no indekkusu, lett. "Un certo indice magico"), che ha per protagonista Toma Kamijo e la sua ospite Index che dà il titolo alla serie
- A Certain Scientific Railgun (To aru kagaku no rerugan, lett. "Una certa scientifica railgun"), che ha per protagonista Mikoto Misaka soprannominata "Railgun" da cui il titolo
- A Certain Scientific Accelerator (To aru kagaku no Akuserareta?), o To aru majutsu no index Side-Story: To aru kagaku no Accelerator (To aru majutsu no index Gaiden: To aru kagaku no Accelerator) che ha per protagonista per l'appunto Accelerator che dà il titolo alla serie.
La prima parte del titolo in giapponese traslitterata in romaji (letteralmente "caratteri romani") è "toaru" che credo si possa tradurre con "un certo", quindi di per sè non vuol dire molto, è solo una definizione di comodità.
Le tre serie si svolgono in un arco di tempo narrativo cronologicamente più o meno contemporaneo. Quel "più o meno" fa sì che sarebbe opportuno non guardarle in ordine di uscita della serie, ma per seguire bene la cronologia e l'evolversi della vicenda, nonchè per familiarizzare con l'ambiente, sarebbe preferibile seguire gli schemi che si trovano in rete, come quello ad esempio spiegato qui con questo schema in apparenza complesso, ma che affrontandolo in pratica si rivela molto chiaro.
Tutte le vicende, tranne poche eccezioni, si svolgono in un'ipotetica Città-Studio (Gakuen Toshi) nelle vicinanze di Tokyo.
Un'ultima precisazione. Non ho ancora visto tutto: si tratta di tre serie composte da più stagioni con più di venti puntate l'una, più un film, insomma sono un sacco di ore di visione. Però confesso che nel complesso mi è piaciuto, anzi mi sta piacendo, abbastanza da parlarne qui. Forse è un'opera non estremamamente di nicchia, però non è neanche conosciutissimo, anche se parlando con un otaku probabilmente lo definirebbe mainstream. Ma soprattutto mi sembra che offra interessanti spunti di analisi.

La Città-Studio: il contenitore multigenere

E' sempre antipatico appiccicare un'etichetta di genere ad un prodotto artistico. E' antipatico perché restrittivo, è antipatico ma è utile.
Ora, a quale genere/sottogenere appartengono queste serie, o meglio l'intera saga Toaru? Dividiamo idealmente la Città-Studio in quattro parti come fosse una torta e andiamo a vederle singolarmente.

* Fantascienza *
La città studio è per antonomasia la città più scientifica al mondo, ma si tratta di una scienza decisamente avveniristica: clonazioni umane, esoscheletri, un ascensore verticale che porta ad un'altezza letterlamente spaziale, di orbita dei satelliti ... insomma: si tratta senz'altro di fantascienza.
E' nel complesso una scienza "buona" che anche i protagonisti che non appartengono ad essa difendono, ma poi ci sono i gruppi deviati di scienziati che voglio spingersi oltre, abolendo inevitabilmente ogni regola etica in nome del risultato. Questo aspetto è da sempre presente anche nella scienza conosciuta, non necessariamente in modo illegale, e divide il mondo scientifico in due.
Già su questo ci sono dei begli spunti di riflessione.

* Esper *
Sono figli della succitata scienza, ma sono solo figli adottivi. I poteri ESP o ci sono o non ci sono in un individuo: inutili sono i tentativi di crearli artificialmente. Pur con una certa immoralità si è arrivati ad un mezzo, anzi ad un quarto di risultato clonando un livello 5, la nostra Misaka Mikoto, ma il risultato è stato un livello 2 neanche paragonabile all'originale.
La scienza può però aiutare ad aumentare i poteri ESP, ed è questo in apparenza lo scopo principale dell'intera Città-Studio dove gli esper sono un po' gli eroi invidiati da tutti. Ma, figli della scienza o no, inevitabilmente gli esper, qui come in altre opere di fantasia, fanno un genere a sè stante: pensiamo ad esempio a "Il sesto senso" di M. Night Shyamalan oppure a "ESP" di Daniele D'Anza tratto quest'ultimo da una storia vera col protagonista ancora vivente al momento di uscita dello sceneggiato.

* Maghi *
I maghi, come ipotizzati in questo mondo, sono stati nella storia esseri umano normali, dei livello zero, che invidiosi degli esper hanno acquisito poteri non propri ma per intercessione di forze soprannaturali che evocano. Sono legati per loro natura alle varie religioni, perennemente in lotta tra loro tranne momentanee alleanze.
Lo snaturamento che viene fatto in particolare per la Chiesa Cattolica Romana è un po' antipatico a dire il vero: vengono dipinti personaggi in confronto ai quali Bernardo Gui, il grande inquisitore per eccellenza, era un agnellino. Il loro obbiettivo, o meglio l'obbiettivo della Chiesa Cattolica Romana, è sottomettere o estirpare l'eretica Città-Studio simbolo di una scienza che si è costituita ormai come nuova religione vincente; e anche su quest'ultimo aspetto qualche riflessione è d'obbligo: non è forse così nella realtà? La scienza non è diventata forse una nuova religione? E' veramente una cosa positiva?
Nel genere "magia" c'è poi un ammiccamento al genere fantasy, e forse è per questo motivo che sono state coinvolte pesantemente le religioni: libri antichi e misteriosi, riti codificati da secoli, abbigliamento accattivante sono tutti elementi che si prestano ad un contesto epico.

* La vita quotidiana *
Il non-genere, la narrazione che tendenzialmente molte persone considerano "seria" mentre tutti i generi vengono catalogati come intrattenimento. In realtà spero che non ci sia più nessuno così drastico nei propri giudizi, anche perchè i grandi classici greci sono perlopiù mitologici: dovremmo buttare Omero e Virgilio? E con Dante come la mettiamo?
Però è anche vero che molti appassionati di anime cercano l'intrattenimento puro, il combattimento, l'azione tout court. Per Toaru ad esempio ho trovato in rete il commento di un ragazzo che diceva che per fare tutti questi episodi "hanno allungato il brodo". Vista dal suo punto di vista la prima serie di Railgun probabilmente avrebbe dovuto essere più che dimezzata: le ragazze che si frequentano, vanno al ristorante, fanno amicizia, vengono scelte come modelle per i costumi, seguono e collaborano con la storia d'amore della loro caposala, tutto questo secondo quella logica andrebbe buttato.
E invece no: questa è la realtà per cui tutti i nostri personaggi lottano, quel paradiso in terra a cui noi tutti aspiriamo e che quando c'è non bisogna dare per scontato. Questo è un ottimo contenitore di piccole storie o, per dirla con Riccardo Fogli, di "Storie di tutti i giorni / Vecchi discorsi sempre da fare / Storie ferme sulle panchine / In attesa di un lieto fine / Storie di noi brava gente / Che fa fatica, s'innamora con niente / Vita di sempre, ma in mente grandi idee".

Analizzati questi quattro generi, altri generi/sottogeneri emergono pesantemente, primo tra tutti l'erotismo. Sembra impossibile immaginare una novel-light giapponese senza sbirciate di mutandine più o meno involontarie, ma qui si va oltre: Saten che alza sempre la gonna di Uiharu per vedere (maliziosamente?) che mutandine indossa, Kuroko che cerca di approfittarsi sistematicamente di Misaka specie in situazioni di nudità, ma soprattutto Toma che è palesemente perseguitato dalla sfortuna (lui la chiama così) di aprire porte per sbaglio dove le gentili donzelle sono sempre immancabilmente nude o quantomeno in déshabillé, e infine la maga cattiva con battute che rasentano quelle di un film porno, anzi veramente ci arrivano. Probabilmente una certa censura nella cultura giapponese porta a quella carica erotica che ormai da noi è quasi scomparsa (pensiamo alle vecchie commedie sexy all'italiana degli anni '70).
Poi c'è il genere poliziesco, non dimenticamoci che sia Uiharu che Kuroko fanno parte dello "Judgment" che, pur assomigliando più alla Polizia Municipale (leggi i vigili) che alla Polizia propriamente detta (che qui si chiama Anti-Skill), è tenuto a fare indagini, anche se possibilmente sui casi più tranquilli. Il partire poi da indizi apparentemente insignificanti (vedi le carte di credito abbandonate nei vicoli) per approdare poi a colossali complotti (l'esperimento del livello 6), ricorda come tecnica narrativa quella di Fred Vargas.
I vampiri potevano mancare? Certo che no, anche se solo citati marginalmente negli episodi di Deep Blood.
Un grande omaggio viene fatto poi anche al genere piratesco, con la flotta della Chiesa Cattolica Romana che pattuglia l'adriatico ed è composta dai classici galeoni con tanto di classici cannoni sulle fiancate.

Il risultato che ne esce alla fine è un patchwork, un miscuglio di generi che ha tendenzialmente due possibilità davanti a sè: arrivare al kitsch o rasentare il capolavoro, come diceva Umberto Eco di Casablanca.

Questioni filosofiche e dintorni

* Esoterismo *
Partiamo subito su un argomento su cui non c'è molto da dire: l'esoterismo usato dai maghi. C'è veramente poco derivato dalla tradizione, o perlomeno io non c'ho riconosciuto granchè. I grimori esistono come immagino i famosi pentacoli abusati in vari film, ma per quello che riguarda altri fantomatici aspetti come la Croce di Pietro o quella specie di evocazione di "Necessarius" nel mio piccolo bagaglio culturale non trovo traccia. Inoltre mi sembrerebbero più cose da satanisti che da religiosi.
Partendo dal presupposto che i maghi operino solo per invocazione di forze altre, io avrei inserito piuttosto qualche riferimento a Tritemio che nella sua Steganographia oltre a metodi di crittografia, nell'ultima parte spiega proprio come effettuare evocazioni (questo stranamente non è riportato in Wikipedia, solitamente molto precisa).
Gli unici riferimenti classici sono l'albero sefirotico (anche se non ricordo bene in quale scena o in quale sigla si vede), a cui ci aveva ormai abituati anche Neon Genesis Evangelion, e la figura di Aleister Crowley ovvero "la Bestia 666" ovvero "l'uomo più cattivo che sia mai esistito" (tutte definizioni che dava di sè stesso). Immerso in un vaso sotto spirito forse per conservarsi meglio, non assomiglia molto all'originale che negli ultimi anni era decisamente diversamente pettinabile, insomma ben calvo, mentre qui sfoggia una capigliatura da pubblicità dell'Oréal.
Per il resto mi sembra abbiano seguito la filosofia di Lovercraft, che insoddisfatto della tradizione ha preferito inventarsi una mitologia e un Necronomicon tutto suo.

* Memoria *
Qui la faccenda si fa molto più interessante. Analizziamo i due antipodi: Toma Kamijo e Accelerator.
Toma ha la classica amnesia retrograda, cioè non si ricorda più ciò che è avvenuto prima dell'incidente che gliel'ha causata, ovvero pur avendo perso la memoria episodica conserva comunque la memoria semantica e la memoria procedurale, cioè riesce a comportarsi normalmente pur non riconoscendo più nessuno. Diversamente da molte sceneggiature che prendono come punto di partenza questo disturbo, qui il soggetto conscio della propria attuale situazione decide di non farla trapelare agli altri. E, fatta eccezione per le puntate immediatamente successive ambientate al mare, diversamente dagli altri plot l'amnesia non diventa il punto focale su cui incernierare la trama.
Ma se Toma è senza memoria della sua vita precedente, Accelerator ne ha troppa. Nelle puntate finali di Idex II ad una domanda precisa del perché gli altri gli siano così indifferenti, del perché sia così cinico, lui risponde rivelando la sua triste infanzia. Sfruttato e torturato come un animale da laboratorio alla fine è riuscito sì a raggiungere il livello 5, e potremmo dire anche un livello 5+, ma al prezzo di perdere ogni fiducia nei suoi simili. Insomma: è la classica spiegazione che ecciterebbe un freudiano a caccia di traumi infantili.
Ora, a queste due situazioni di memoria in antitesi cosa corrisponde? (Senza considerare i poteri che in questo caso non ci interessano).
Prima di rispondere aggiungiamo un altro elemento: Toma è sfortunato, o meglio è sfortunato come Paolino Paperino, alias Donald Duck per i puristi. Se c'è una buccia di banana lui ci scivola sopra, se c'è un momento inopportuno per aprire una porta lui ci cade in pieno e se per sbaglio vince un viaggio premio in Italia, si può star sicuri che sarà una rovina. Ad un certo punto suo padre gli confessa che se ne era accorto fin da quando lui era bambino e gli ha sempre portato souvenir portafortuna da tutto il mondo per scongiurare questa iettatura. Nonchè l'ha mandato alla Città-Studio perché anche chi gli stava attorno si era accorto della sua malasorte per cui rischiava di restare emarginato, e la nostra Mia Martini potrebbe confermare di quanto possa essere drammatica una situazione del genere. Eppure di fronte a questa rivelazione Toma si arrabbia: "Perché l'hai fatto? Io ero felice anche con la mia sfortuna, non mi sono mai lamentato".
E qui arriviamo al punto: Toma è felice, o quantomeno sereno e realizzato nella propria vita. Accelerator assolutamente no. Il personaggio di Accelerator è ben caratterizzato nella sua perenne insoddisfazione, noia, a volte perfino disgusto per ciò che lo circonda. Come il Don Giovanni di Kierkegaard ha qualche lampo di soddisfazione, di gioia apparente, quando ha uno scopo da raggiungere e magari lo raggiunge, ma poi ricade immediatamente nell'insoddisfazione e nella noia.
Precisiamo che quanto detto per Toma vale anche per Index ovviamente: seppure in possesso della memoria totale che le consente di tenere memorizzati 103.000 grimori, la memoria personale le veniva cancellata ogni anno prima di entrare nella nostra vicenda. Come quella di Toma anche la sua è un'amnesia dovuta alla magia, solo che è sfalsata di qualche puntata.
Accelerator mi ricorda a tratti Antoine Roquentin, il protagonista de "La nausea" di Sartre, ancorato alla sua memoria e deluso dai suoi ricordi. Parimenti Toma ricorda un po' Parsifal, l'eroe puro che agisce esclusivamente per altruismo: salvare gli altri è la sua vocazione, il suo obbiettivo dichiarato è "volere che tutti tornino a sorridere" come dice a Misaka. Parsifal analogamente parte da zero, perché sua madre gli aveva tenuto nascosto il mondo, la cavalleria, il messaggio cristiano.
Accelerator cerca uno scopo e possibilmente ambizioso, e quando ce l'ha è sicuro di raggiungerlo.
Toma vive l'hic et nunc, non si preoccupa per il domani, è pronto a morire per salvare il prossimo ma non disprezza la vita, anzi.

* Gli esper, l'universo e tutto quanto *
Arriviamo a quello che secondo me è il fulcro per capire tutte le vicende di Toaru. In tutte le mie citazioni, ma in particolare in questa, faccio presente che vado a memoria perché non ho voglia di rivedermi tutte le puntate per riportare le esatte parole. In questo caso poi non ricordo neanche bene di quale serie sto parlando perché l'episodio accade in una delle puntate sovrapposte tra Index e Railgun.
L'insegnante Komoe Tsukuyomi è apparentemente un personaggio buffo: piccola da sembrare una bambina, più viziosa e trasandata in casa di un adulto medio, sempre sorridente e spensierata, in realtà ha una cultura, un'apertura mentale e una profondità non comune che si rivelano di tanto in tanto come ad esempio quando decide di sua iniziativa di spiegare come funzionano i poteri ESP ad Aisa Himegami e a Index. La spiegazione che parte a casa dell'insegnante e si conclude nei bagni pubblici sembra quasi un siparietto a sè stante, in realtà è la chiave per capire l'asse su cui si articolano le serie.
Partendo dalla meccanica quantistica Komoe spiega come la realtà che ci circonda sia legata a delle leggi legate all'osservatore (vedi il principio di sovrapposizione che ha portato a elaborare il famosissimo paradosso del gatto di Schrödinger). Gli esper, sempre secondo la spiegazione e non me ne vogliano i fisici, sono osservatori che riescono a "creare un proprio mondo", cioè hanno la capacità di imporre la propria osservazione, quindi la propria volontà, alla realtà circostante. Direi che se si riesce a digerire che un morso di ragno radioattivo possa aver generato l'Uomo Ragno, o che l'esposizione ai raggi cosmici abbia fatto nascere Fantastici Quattro, beh si può digerire anche questo che forse ha delle basi scientifiche un po' più solide. E mi riferisco ad esempio all'Effetto Pauli per il quale, scherzosamente ma forse neanche tanto, si riscontra un malfunzionamento di apparecchiature tecniche in presenza di fisici teorici. Pauli è uno dei fondatori della meccanica quantistica, ed è famosa la sua collaborazione con Carl Gustav Jung sullo studio della sincronicità (per inciso oggi, 26 Luglio, è il 145° anivversario della nascita di Jung a Kesswil il 26 luglio 1875). Se al loro studio aggiungiamo il lavoro fatto successivamente da Marie-Louise von Franz possiamo giungere alla conclusione che l'ipotesi del plot non sia stata buttata a caso, non è insomma un'ipotesi fantasiosa tanto per avere dei protagonisti con superpoteri.
Tornando alla nostra Kome, a questo punto la spiegazione si fa interessante: se dovesse esserci un uomo, molto umano (non ricordo le precise parole), che riesce vivere accettando perfettamente questa realtà, non solo avrebbe il potere di spezzare queste illusioni ESP, ma arriverebbe ad avere il potere di un dio. Allo spettatore arrivato a questo punto delle vicende dovrebbe essere chiaro che sta profetizzando di Toma, che lei conosce molto bene, ma del quale ignora le capacità.

* La prima delle quattro nobili verità *
In rete ho trovato poco, quasi nulla sull'autore, Kazuma Kamachi, su Wikipedia non ci sono neanche luogo preciso e data di nascita. A maggior ragione non ho trovato nulla sulle sue convinzioni religiose. Possiamo sapere solo che è giapponese.
I giapponesi, come gli Europei, del ventunesimo secolo tendono ad essere agnostici o atei, ma come gli Europei hanno comunque una matrice religiosa storica, anzi due: lo shintoismo e il buddismo. Questo comporta un'eredità culturale che non sempre è così facilmente cancellabile. Ecco quindi che non mi sembra un azzardo esagerato provare a rileggere quanto detto fin'ora in un'ottica buddista.
Base e fondamento del buddismo sono le quattro nobili verità. Vediamo la prima: la Verità del dolore (o della sofferenza) ci dice che c'è la sofferenza e si articola in tre passaggi: cè la sofferenza, bisogna comprendere la sofferenza e la sofferenza è stata compresa. Può sembrare banale, ma non lo è affatto. Dire "c'è la sofferenza" non è la stessa cosa di dire "io soffro" oppure "ho sofferto", si tratta di fare un'affermazione generale: in questo mondo c'è la sofferenza, tutti gli esseri umani soffrono. Quando si parla di comprenderla, non è un'azione teorica, razionale. Per ricorrere all'etimologia si tratta di com-prendere, di prendere con sè, quindi di averla presente ad un livello più profondo: se si è veramente consapevoli che tutti gli uomini, ma il buddismo si estende a tutti gli esseri, soffrono, si prova compasssione (com-passione, soffrire con chi ci sta davanti). Se riesco ad avere questa comprensione, allora anche quello stronzo che mi parcheggia davanti al cancello so che è un essere che soffre, so che anche per quel bastardo devo provare compassione (scusate, mi sono lasciato trascinare, ma non era un esempio ipotetico).
Vediamo ad esempio cosa succede quando Misaka incontra per la prima volta il suo clone. Non sa come reagire, forse dovrebbe arrabbiarsi, forse dovrebbe fulminarla, dovrebbe eliminarla per restare l'unica Misaka Mikoto in circolazione. Ma la sente parlare del gattino: il suo clone, anche se sembra imperturbabile, impassibile, si vede chiaramente che sta soffrendo per il gattino. Misaka a sua volta prova compassione per lei, compassione che raggiungerà il massimo livello quando vedrà la prima "sister" trucidata. E sempre a proposito delle sister per convincere Accelerator che non basta sconfiggerle nello scontro, ma deve proprio ucciderle, gli viene detto testualmente che sono solo bambole create per essere uccise nell'esperimento. La prima cosa da fare per uccidere qualcuno è convincersi che non appartiene alla razza umana, ed è quello che è stato fatto per esempio dai nazisti nei confronti degli ebrei.
Ma il buddismo va oltre: tutti gli esseri soffrono, anche gli animali. Ripensiamo quindi alla scena in cui Toma sale sull'impalcatura per consolare Hyoka Kazakiri, che è una proiezione che prende vita con i campi AIM. Lei si definisce un mostro, ma lui le dice "stai piangendo, stai soffrendo: sei un essere umano". Il metro di misura buddista non è scientifico. Noi non siamo il nostro corpo, le nostre cellule, e non siamo neanche la nostra memoria: Toma è Toma sia prima che dopo l'amnesia.

* I combattimenti *
I combattimenti che fa Toma si articolano in tre fasi: si difende, parla e colpisce. Potrebbe sembrare che rispecchino il clichè dei film d'azione, ma se guardiamo bene non è così.
Toma non si difende perché nella prima parte del combattimento l'eroe deve essere messo in difficoltà per aumentare la catarsi. Il suo scopo principale è prendere tempo per poter parlare col villain di turno (che spesso nelle puntate successive rientra tra i buoni!) e i dialoghi non sono quelli classici. Non lo insulta, non lo minaccia, e se lo fa è unicamente perché sta cercando di convincerlo che sta sbagliando: lui vuole tentare di fargli recuperare il suo buon senso prima di essere costretto a colpirlo. E il suo colpire non è uccidere: si tratta di un pugno in faccia che fa svenire il suo oppositore. E come dicono i romani: quanno ce vò, ce vò!
Saltiamo quindi dalla prima all'ultima delle quattro nobili verità: il Nobile Ottuplice Sentiero, che è composto da Retta visione, Retta intenzione, Retta parola, Retta azione, Retta sussistenza, Retto sforzo, Retta presenza mentale e Retta concentrazione. Le prime due, Retta visione e Retta intenzione, rappresentano la saggezza (la mente), le successive tre, Retta parola, Retta azione e Retta sussistenza, rappresentano la moralità (il corpo) e le ultime tre, Retto sforzo, Retta presenza mentale e Retta concentrazione, rappresentano la concentrazione o meditazione (il cuore).
Non voglio spingermi oltre, non sono un buddista e anzi sto confidando nella proverbiale comprensione e pazienza dei buddisti nello scrivere queste righe, ma aggiungo solo che questi otto elementi non sono in sequenza, ma procedono paralleli. In quest'ottica anche senza entrare nel dettaglio di ogni elemento possiamo intuire come vengano quasi tutti coinvolti in questi strani combattimenti.
Viceversa quando Toma viene preso a morsi da Index, quasi sempre ingiustamente, non reagisce. Quando Misaka, alias Birbiri, lo attacca lui si limita a difendersi. Nessuna delle due vuol fare realmente del male, nessuna delle due è da "recuperare". Eppure a lui non sfugge neanche un "basta, mi hai stufato".
Anche Misaka, seppur non al livello di Toma, combatte con molta compassione verso l'avversario. E' quasi atterrita quando vede l'altra esper mercenaria precipitare nel vuoto: non voleva questo! Misaka dice sempre che "vuole fermare l'esperimento", non dice che "vuole sconfiggere Accelerator". E' diverso, è molto diverso.

Alchimia

Il succitato Jung in un suo libro (non ricordo se quello sulla sincronicità o quello sull'alchimia) narrava di un sogno fatto da un suo paziente, un ingegnere, una persona dalla cultura estremamente pratica che nulla sapeva di alchimia. Ebbene il sogno era assolutamente alchemico non solo in una possibile interpretazione, ma anche nei simboli e nell'ambientazione.
Quindi non stupiamoci se anche nelle Toaru series possiamo trovare delle assonanze con l'alchimia. Ne ho trovate tre per la precisione.

* Non aprite quella porta *
Ne Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz, il terzo manifesto dei Rosacroce che è una pura allegoria alchemica, si narra di come il protagonista, Christian Rosenkreutz, sia stato convocato al castello per assistere alle "Nozze occulte". Dopo essere arrivato, aver passato le selezioni iniziali, e aver assistito a varie meraviglie, nella quinta giornata il nostro si trova, esplorando il castello insieme al suo paggio, di fronte alla tomba di Venere. Incoraggiato dal paggio entra e una volta dentro, scostato il lenzuolo che la copriva da parte del paggio, vede Venere nuda.
Cupido arrivato dopo che sono usciti si limita a punirlo per essere stato nelle vicinanze, non avendo prove che sia entrato. E sembra che l'incidente si chiuda lì. Ma alla fine della settima giornata viene scoperto il peccato, ma non il peccatore. Christian si trova a confessare narrando tutte le circostanze, ma noi non sapremo mai quale sia stata la sua condanna perché il libro termina incompleto a quel punto.
Ora il significato exoterico di questo episodio è abbastanza chiaro: ci sono cose che non possono essere viste da occhi profani, da persone non preparate. E l'analogia con ciò che perseguita Toma è evidente: il suo spalancare porte trovandovi veneri nude viene costantemente punito, ma saranno siparietti comici, piccoli episodi maliziosamente sexy, o hanno un significato più profondo?

* Gli homuncoli misakiani *
"L'homunculus (dall'omonimo latino homunculus, ovvero letteralmente «piccolo uomo») od omuncolo è una leggendaria forma di vita creata attraverso l'alchimia. Esso indica per l'appunto un essere umano vivente "in miniatura" ma totalmente sviluppato" (cfr. Wikipedia).
L'assonanza con i cloni di Misaka Mikoto, le "sisters", è evidente: sono totalmente sviluppate, ma in miniatura come poteri, perché sono solo un livello 2.
Da "Fullmetal Alchemist" a "Fate/Stay Night" gli anime giapponesi hanno dimostrato di attingere volentieri a questa leggenda.

* Le tre fasi *
Se prendiamo i personaggi delle tre serie in ordine inverso rispetto alla loro uscita non possiamo non notare una somiglianza notevole con le tre fasi della Grande Opera.
Accelerator, ultimo uscito, è senz'altro la Nigredo, l'Opera al Nero, la fase di putrefazione e decomposizione, la fase della Melancolia del Durer.
Misaka Mikoto alias Biribiri alias Raligun è l'Albedo, l'Opera al Bianco, la purificazione del risultato della Nigredo, l'ablutio, purificatio, mundificatio, fissatio, il cigno bianco. Misaka è già pura: le sue amiche l'adorano perché pur essendo un livello 5 non si dà arie, non pensa a sè ma si preoccupa per gli altri, non odia i suoi nemici, non rifiuta aiuto a nessuno, e soprattutto è attratta da ...
... Toma: la Rubedo, l'Opera al Rosso, la Sublimazione, l'ottenimento della pietra. Ma la Rubedo non è l'ultimissima fase, e anche se si è già conseguito il risultato tutti gli alchimisti dicono che bisogna procedere con la moltiplicazione. Infatti Toma per tutte le puntate raduna intorno a sè una piccola squadra e, anche se lui non sembra accorgersene, si "moltiplica".

Conclusioni

Le serie Toaru mi sono piaciute, volevo scrivere giusto due righe perché non avendole viste tutte (mi mancano le ultime due, "Accelerator" e "Index III") rischiavo di prendere delle cantonate (come probabilmente avrò fatto!). Poi analizzandole mi sono reso conto che c'era molto dietro, bastava approfondire un po'.
Spero di non aver scritto molte inesattezze sulle serie, ma soprattutto mi scuso con gli amici buddisti per tutte le superficialità e le inesattezze: ho solo letto qualche libro, quindi anche solo a livello teorico non ho una conoscenza approfondita di questi insegnamenti.
Spero solo di aver trasmesso il messaggio che queste non sono solo light-novel, ma qualcosa di più.

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